martedì 18 gennaio 2011

(3a Parte) Progettare una Repubblica nuova

Sperimentare nuova partecipazione: la seconda grande trasformazione
In una fase storica di profonda trasformazione, forse la seconda grande trasformazione vissuta dalla nostra società negli ultimi 100 anni, la società sarda, o meglio le società sarde, hanno bisogno di nuova partecipazione democratica.
È assolutamente inutile riempirsi la bocca di coinvolgimento delle parti sociali, economiche se poi ci si dimentica dei cittadini, singoli individui portatori di un patrimonio immenso di relazioni sociali, non tutelati attualmente da nessuna organizzazione di categoria.  I cittadini delle nostre 377 comunità, e solo loro, devono poter esporre la propria idea di futuro e partecipare concretamente ad ogni processo di trasformazione sociale ed economico. Noi ce ne accorgiamo quotidianamente.

lunedì 17 gennaio 2011

(2a Parte) Progettare una Repubblica nuova


Costruire partecipazione, costruire coscienza nazionale: trasparenza e chiarezza.
Con questa prospettiva, quando andiamo in giro per la Sardegna a portare i nostri temi e le nostre riflessioni, condividendole con le persone che animano le nostre assemblee, non abbiamo alcuna paura ad affermare i nostri obiettivi. Non abbiamo paura né di spaventare né di impressionare i nostri interlocutori.  È la nostra forza.
Le persone che ci seguono sono sempre di più e sempre più consapevoli che il partecipare ad un nostro incontro equivale a sentire cose del genere, cose che “pochi” propongono nel dibattito attuale.
Nessun salto nel buio, ma una Repubblica Nuova da definire pezzo per pezzo, passo per passo.

domenica 16 gennaio 2011

(1a Parte) Progettare una Repubblica nuova

Progettare la Repubblica: sforzo collettivo di costruzione di futuro.
testo dell'intervento tenuto all'incontro orgnizzato da Sardegna Democratica su "Autonomia, sovranità, indipendenza" Cagliari - Hotel Mediterraneo | Sett.2010

Cominciamo questo intervento ponendoci una domanda:
quale esercizio di partecipazione politica più appassionante riuscireste a proporre ad un popolo martoriato da 600 anni di cancellazione della libertà di decidere, di scegliere, di costruire il proprio futuro?
Non di certo la riscrittura di un documento quale lo statuto di autonomia, che negli ultimi 60 anni ha consentito un progressivo annichilimento culturale, la snazionalizzazione del nostro popolo, la cancellazione della sua lingua, l’assottigliamento progressivo della sua base produttiva, il diffondersi di un fatalismo atavico e di un incapacità cronica a progettare un destino differente.

mercoledì 12 gennaio 2011

L'appartenenza Repubblicana


Era il 5 di giugno del 1999 quando, in un assolato sabato pomeriggio romano, assieme ad alcuni amici fondammo "Su Cuncordu pro s'indipendentzia de sa Sardigna".
Luogo di riflessione ma anche spazio influente di proposta politica nello scenario di allora. Il primo sito web indipendentista, il primo luogo di aggregazione per la coscienza nazionale del nostro popolo e delle nuove generazioni. Una scommessa sul futuro, un progetto politico già chiaro: indipedentismo senza se e senza ma. Una Repubblica di Sardegna da costruire con coerenza e convinzione.

martedì 11 gennaio 2011

Breve commento sulla lettera del MPS (Movimento Pastori Sardi) al Presidente della Repubblica Italiana dopo i gravi fatti di Civitavecchia.

MPSCredo, e ne sono fermamente convinto, che i Pastori sardi debbano lottare e lavorare per una Sardegna libera e indipendente. Lo devono alla loro terra, alle loro comunità al futuro dei loro figli. Mi auguro di cuore che si dissocino da questa missiva inviata al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, assolutamente priva di prospettiva, incapace di capire che il nostro grande problema è proprio quel fatalismo che ci perseguita, indissolubilmente legato al tricolore italiano ed alla nostra attuale condizione storica.

Riflessioni dopo l'assemblea generale di iRS Aristanis (dicembre 2010)

Ringrazio tutti quelli che lunedì hanno partecipato all'assemblea generale della regione di Aristanis.
Mi scuso se ho parlato troppo ma avevo bisogno di esporre il mio pensiero la mia lettura di questa assurda vicenda.
Come al solito la Regione di Aristanis dimostra quanta volontà ci sia di proseguire nella strada e nel lavoro portato avanti in questi anni.
Noi non crediamo che il movimento politico di cui facciamo parte sia di un capo o di un leader qualsiasi. Noi crediamo che l'indipendentismo prodotto in questi anni da iRS sia di tutte quelle persone che ci hanno creduto e hanno lavorato per dargli tanti visi e tanti volti differenti.
iRS è dei sardi, indipendentisti e repubblicani, non è né dei fondatori del movimento né tanto meno di un qualche tribunale italiano che deciderà l'eventuale proprietà del simbolo.

Un nuovo grande piano di rinascita: per chi?

Oggi, ad Oristano, in tanti manifesteranno per un "nuovo grande Piano di Rinascita".
I sindacati confederali, come al solito, chiamano a raccolta lavoratori e istituzioni attorno ad una piattaforma rivendicativa, è giusto che sia così.
Ora la cosa che dobbiamo chiederci è questa: cosa rappresentano oggi i sindacati italiani in Sardegna? CGIL, CISL e UIL sono attualmente attori di trasformazione o rappresentano piuttosto dei soggetti votati alla conservazione, all’immobilismo?
Vi invito a leggere le piattaforme sindacali dell’ultimo trentennio, troverete le stesse parole d’ordine che si ripetono sempre identiche, costantemente e, oserei dire, paranoicamente immutabili.
In questa manifestazione convocata ad Oristano compare, come unica novità, la vertenza entrate. Accanto al piano di rinascita, all’autogoverno, al piano per l’occupazione e via discorrendo.

L’indipendentismo di iRS in movimento: i3

Dal 10 al 12 Settembre si sono svolte a Torregrande tre giornate di formazione, confronto e scambio sull’indipendentismo di oggi in Sardegna. Tre giornate volte a fornire strumenti per l’analisi della società sarda, delle sue trasformazioni e delle possibilità del suo divenire futuro.
iRS - indipendentzia Repùbrica de Sardigna ha dimostrato ancora una volta quanto sia necessario e utile costruire nuova coscienza nazionale attraverso strumenti e metodi differenti.
La i3, iscola de istadiale de indipendentismu, come progetto di formazione, segue le orme di un’attività costante svolta negli ultimi anni per formare nuova classe dirigente attraverso il confronto, lo scambio, l’elaborazione e la costruzione di un sapere condiviso.
Per questa ragione, iRS ha realizzato all’insegna di un indipendentismo nonviolento, moderno e inclusivo numerose iniziative, differenti per format e contenuti, sempre costantemente rivolte ad incentivare la discussione, la costruzione di relazioni  e lo scambio.

Le 28 priorità per l'Italia. La Sardegna fortunatamente non c’è.



Lo Stato italiano si prepara a finanziare le 28 grandi opere che cambieranno il volto del paese. Nel Documento di Finanza Pubblica si apprende dello sblocco di 30 miliardi di euro per il ponte di Messina, per il MO.SE, per la metropolitana di Brescia, per la terza corsia del raccordo anulare di Roma e tante altre infrastrutture considerate di “serie A”.Inutile dire che la Sardegna non fa parte dell’elenco contenuto nel DFP.


Frantziscu Sanna, Responsabile iRS Economia e Società, esprime alcune considerazioni:
“Noi non vedremo un centesimo dei 30 miliardi di euro necessari a realizzare il grande piano di infrastrutturazione italiano. Eppure c’è ancora qualcuno che pensa che l'Italia mantenga la Sardegna. È tempo di sfatare simili castronerie e ribattere, dati alla mano, a chi sostiene che la Sardegna senza l’Italia non può stare”.


Una piccola Repubblica capace di creare futuro

Quando ci si trova a dover fare a meno per tanto, troppo tempo della libertà di scegliere, di esprimersi, di decidere, è allora che ci si rende conto di quanto sia importante la libertà.

Forse è ciò che hanno vissuto gli abitanti dell’Estonia quando ottenuta l’indipendenza, nel 1991 dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica, hanno proclamato la nascita di una nuova Repubblica.
Una piccola Repubblica, appena 1.300.000 abitanti distribuiti in un territorio vasto circa 46.000 km quadrati.
Una Repubblica giovane ma con una storia antica. Fin dal medioevo libera di decidere il proprio destino e poi, per tanti secoli, schiava di dominazioni differenti e succube delle volontà altrui.
Oggi l’Estonia può vantare un piccolo ma importante primato.

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