tag:blogger.com,1999:blog-17543417636996220522024-03-13T16:46:09.397+01:00Frantziscu Sanna CartaWeblogUnknownnoreply@blogger.comBlogger123125tag:blogger.com,1999:blog-1754341763699622052.post-25178966965757918522015-10-14T19:30:00.002+02:002015-10-15T10:43:01.768+02:00 La storia della Sardegna medievale nel mio libro di Storia delle medie<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIQ3dx82NNa4WV2W6clRRlSnvBVoV8oPfm7eVdUMo7TfHgGjkTD6OlzsOeYN1GBl6wIn03Q2GZgukCzCL_IvS5b7ttFWJBiB37Lipe0gj3mn_A1RPhjmG7D6AdziR9tKawKhnmNT9YQHwj/s1600/Brancati+3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIQ3dx82NNa4WV2W6clRRlSnvBVoV8oPfm7eVdUMo7TfHgGjkTD6OlzsOeYN1GBl6wIn03Q2GZgukCzCL_IvS5b7ttFWJBiB37Lipe0gj3mn_A1RPhjmG7D6AdziR9tKawKhnmNT9YQHwj/s200/Brancati+3.jpg" width="200" /></a>Ho scritto questo breve testo tredici anni fa circa. Lo ripropongo perchè penso che sia attualissimo considerato come viene trattata la storia della nostra terra ancora oggi nei programmi ministeriali. Ecco perchè progetti come "la storia sarda nella scuola italiana", portato avanti da un valido gruppo di insegnanti e pubblicisti, vanno supportati e pubblicizzati il più possibile.<br />
Certo le conclusioni sono un po' forti ma a 25 anni tutto è concesso.<br />
Buona lettura.</div>
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Giravo per casa alla ricerca di
un vecchio libro di storia giudicale del Carta Raspi quand’ecco che mi compare
davanti agli occhi il libro di storia che utilizzavo in 2° media. Lo prendo in
mano e comincio a sfogliarlo incuriosito. A distanza di anni, un po’ smaliziato
–storicamente si intende- non mi passa inosservata la prima cartina che
incontro a pag 32:<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVadKeS9tybAz8p5LaJpHx3SkGXoF5RxblEKSGz8VB1LVmM3V5k8DT-Ell6BLcO6fJDl8PYXKAQNtc0qvsZ3j3PK1L79E3SCjiOHsoAEVH8CxXysm2a4BLmHec1ESr7RmI9CRiry6AHRqi/s1600/Brancati+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="365" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVadKeS9tybAz8p5LaJpHx3SkGXoF5RxblEKSGz8VB1LVmM3V5k8DT-Ell6BLcO6fJDl8PYXKAQNtc0qvsZ3j3PK1L79E3SCjiOHsoAEVH8CxXysm2a4BLmHec1ESr7RmI9CRiry6AHRqi/s400/Brancati+1.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si tratta della carta d’Europa
nel periodo di dissoluzione dell’impero romano. Guardate <st1:personname productid="la Sardegna" w:st="on">la Sardegna</st1:personname>, giustamente
–almeno in linea di massima- si trova inserita tra i possedimenti dell’impero
romano d’oriente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non mi soffermo sulle inezie e
passo sopra alla dicitura “Cagliari” presente nella cartina. Certo una domanda
mi si pone all’istante: come si fa, in un libro di storia, ad inserire il nome
di una città che non esisteva?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Vabbè, si tratterà di un po’ di
pressappochismo, tipico italiano. Ma andiamo avanti perché nella pagina
successiva (p.33) la domanda si ripropone in maniera più insistente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Siamo negli anni a cavallo della
fine del millennio e guardate un po’ la situazione dell’Italia e soprattutto
della Sardegna. Ancora una volta la nostra terra viene inserita –come nella
precedente cartina- tra i domini dell’Impero Romano d’Oriente oramai allo
sfascio. Notate però cosa compare tra le indicazioni geografiche: una città di
nome Arborea! <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E già ragazzi è proprio così,
nell’anno mille -secondo lo storico italiano autore del libro- esisteva una
città con quel nome!! Strano mi si dirà. Abbiamo sempre creduto che a Tharros
fosse subentrata pressappoco in questi anni una città di nome Aristanis
(diventata capitale del giudicato di Arborea a partire dal 1050 per opera del
giudice Orzocco I de Lacon-Zuri).<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E poi, una città con quel nome
–Arborea- ci risulta sia stata costruita nel nostro secolo e, battezzata
Mussolinia, ha assunto solo dopo la fine della 2a guerra mondiale questo nome. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Una ennesima domanda ci viene
spontanea, soprattutto dopo aver visto che compare un'altra città inventata di
nome “Torres”, non sarà mica che lo
storico italiano, sentendosi in colpa per aver cancellato totalmente dal suo
testo la nascente ripartizione della Sardegna in quattro Giudicati, abbia
deciso di fingere che si trattasse di semplici città? <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Insomma non esistono i Giudicati,
ma esistono delle città fantasma. Un bell’inizio non c’è che dire! <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Immaginate me povero studente
sardo costretto a sorbirmi questi singolari errorini storici, probabilmente l’italico storico aveva la
certezza che nessun studente se ne sarebbe mai accorto. Ciò che mi fa pensare è
il ruolo dei docenti: possibile che nessuno si lamentasse (uso il passato
perché non conosco gli attuali libri di storia utilizzati nella cosiddetta
italica scuola dell’obbligo)?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHE34k9pyNlFalBsUb8IPb2mW5y9pTX44T2X9flVeeA3QZuuHIEsUIRPXcMrOr_9XCS3qKLwcwMUuDQGfGGNJ7xhE9yfm3VGCCmYFlYyuIQRqEJFllQ07lc9pYrz9HkiMl4y-zv5Ho2WDm/s1600/brancati+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="372" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHE34k9pyNlFalBsUb8IPb2mW5y9pTX44T2X9flVeeA3QZuuHIEsUIRPXcMrOr_9XCS3qKLwcwMUuDQGfGGNJ7xhE9yfm3VGCCmYFlYyuIQRqEJFllQ07lc9pYrz9HkiMl4y-zv5Ho2WDm/s400/brancati+2.jpg" width="400" /></a></div>
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Beh, se volessimo provare a
scusare lo storico per tante “inesattezze” ci aspetteremmo che perlomeno per i
secoli successivi, vista la sua ottima conoscenza della Sardegna bizantina,
dedicasse un po’ di attenzione a quei quattro Stati sovrani che costituivano <st1:personname productid="la Sardegna" w:st="on">la Sardegna</st1:personname> del medioevo.
Ovviamente nulla di tutto ciò. Guardate la cartina successiva: <st1:personname productid="la Sardegna" w:st="on">la Sardegna</st1:personname> nel 1150 diventa
totalmente bianca (pp.77). Nemmeno la legenda si degna di spiegare ai poveri
studenti sardi cosa ne fosse di quella terra… e di quelle città fantasma
menzionate più sopra? Nessuna traccia, sparite anche loro. Eppure, strano a
dirsi, il Regno d’Ungheria campeggia nella sua vastità: il cartografo non ha
nemmeno la scusa di dire che si trattava di una cartina sulla penisola italica.<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIQ3dx82NNa4WV2W6clRRlSnvBVoV8oPfm7eVdUMo7TfHgGjkTD6OlzsOeYN1GBl6wIn03Q2GZgukCzCL_IvS5b7ttFWJBiB37Lipe0gj3mn_A1RPhjmG7D6AdziR9tKawKhnmNT9YQHwj/s1600/Brancati+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIQ3dx82NNa4WV2W6clRRlSnvBVoV8oPfm7eVdUMo7TfHgGjkTD6OlzsOeYN1GBl6wIn03Q2GZgukCzCL_IvS5b7ttFWJBiB37Lipe0gj3mn_A1RPhjmG7D6AdziR9tKawKhnmNT9YQHwj/s400/Brancati+3.jpg" width="400" /></a></div>
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Forse quelle città fasulle erano
davvero un’esagerazione e avrebbero potuto far riflettere i poveri ragazzi
sardi che, vistisi presenti con realtà urbane all’interno della storia
mediterranea, avrebbero potuto chiedere qualche spiegazione ai professori di
turno. Ma ecco un'altra chicca, a distanza “di soli 50 anni” dalla cartina
precedente (pp.82). <st1:personname productid="la Sardegna" w:st="on">La
Sardegna</st1:personname> trova finalmente una nuova collocazione geopolitica:
anche in questo caso piuttosto misteriosa.<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXmtraDiXYRSAapWuaWeSgPxSehXtS3D43Sc1Yrni8jkF2rWx3S8XUJkYAOfpCnvicqXpRDC5YrBydapi1EePOthmXsghn7Hiu7WcNIN9YqaztTdoje8BNpYxTY72yNgPclZwTh32Yh62g/s1600/brancati+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="380" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXmtraDiXYRSAapWuaWeSgPxSehXtS3D43Sc1Yrni8jkF2rWx3S8XUJkYAOfpCnvicqXpRDC5YrBydapi1EePOthmXsghn7Hiu7WcNIN9YqaztTdoje8BNpYxTY72yNgPclZwTh32Yh62g/s400/brancati+4.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Siamo nel 1190, alla morte di
Federico Barbarossa, e osservate un po’come l’Europa ritrova un ordine ben
definito secondo l’italica storiografia. <st1:personname productid="la Sardegna" w:st="on">La Sardegna</st1:personname> ha fortunatamente ripreso colore: un
verdino simile simile a quello che viene utilizzato per l’Impero
Romano-Germanico e per il Regno d’Italia. Bah! Cosa dovremmo pensare? Forse che
in questi 50 anni Federico Barbarossa abbia convinto “sos Judiches sardos” a
giurargli fedeltà?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma che ci importa de “sos Judiches”?
basta cancellare la loro esistenza da qui alla fine del medioevo e nessuno si
accorgerà di nulla. Potrebbe sembrare una missione impossibile, ma il nostro
storico con un po’ di impegno e, forse, malafede… ci riuscirà perfettamente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Con la cartina successiva si
completa l’opera: <st1:personname productid="la Sardegna" w:st="on">la Sardegna</st1:personname>
diviene integralmente Aragonese. Nessuna distinzione -nel XIV secolo-
ovviamente tra i territori in mano agli aragonesi e quelli Arborensi ne tanto
meno un cenno -nel testo- alle battaglie durate circa 150 anni tra i due “stati
sovrani”. <o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLBUxk4jHuSRrdeG9x8NtqKmm-ubfsjByVyTrVoo1lBiHZuQykJaBWp2giscA8a7UcSzDCr7ex4kyc4CwHMWmQRhSHfiCk6jnh7aVm2Rb4fkAoB2Prj9tLikRftrCjQOsfeLkhYvrVjcpu/s1600/Brancati+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="515" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLBUxk4jHuSRrdeG9x8NtqKmm-ubfsjByVyTrVoo1lBiHZuQykJaBWp2giscA8a7UcSzDCr7ex4kyc4CwHMWmQRhSHfiCk6jnh7aVm2Rb4fkAoB2Prj9tLikRftrCjQOsfeLkhYvrVjcpu/s640/Brancati+5.jpg" width="640" /></a></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Vi risparmio due ultime cartine
riguardanti il XV secolo dove finalmente ci si ricorda della Sardegna per
scriverci sopra “Sardegna, annessa al Regno di Aragona”. Come mai questa
precisazione mentre, ad esempio, sulla Sicilia compare semplicemente la scritta
: “Aragona”?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Forse lo storiografo dopo le
tante bugie precedenti si è sentito in dovere di ricordare 400 anni di
sovranità, guerre, istituzioni autoctone e libertà. Era giusto rendere omaggio,
in qualche modo, ai Giudicati dimenticati lasciando nel mistero il fatto che
dietro a quell’annessione ci fosse stata una epica lotta per l’indipendenza.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_qstyXer9uu6BXoOIxKsocLTkAzAsgVI6JfnTJE6rrODvdZqykLXBMAFmHvwZV6fPsqXOoGSFZ8SQtayMvOYfEi_Y_QAVcORyUfO_2pyq07l5C-e0X3ytjs2UwBv7oIhdaMiNa2s58jGD/s1600/Brancati+6.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_qstyXer9uu6BXoOIxKsocLTkAzAsgVI6JfnTJE6rrODvdZqykLXBMAFmHvwZV6fPsqXOoGSFZ8SQtayMvOYfEi_Y_QAVcORyUfO_2pyq07l5C-e0X3ytjs2UwBv7oIhdaMiNa2s58jGD/s400/Brancati+6.png" width="400" /></a></div>
<div>
<br /></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Passiamo a delle rapide
conclusioni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Può trattarsi tutto questo di
semplice dimenticanza? Oppure la storia medievale sarda risultava scomoda per
le finalità politiche che la pubblica istruzione italiana aveva e ha tuttora nel
formare i giovani cittadini? Non ho alcun dubbio sulla risposta da dare a
queste e ad altre domande che sorgono all’analisi di simili scempi!<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ci hanno cancellato la storia
ieri, continuano a farlo oggi e lo faranno domani. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un popolo senza storia è un
popolo incapace di costruire il proprio futuro. E allora perché non denunciare
la pubblica istruzione italiana per crimini contro l’umanità, falsificazione storica,
falso in atto pubblico? cosa c’è di più ufficiale se non i programmi
ministeriali e i libri di testo adottati? <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tante cose si potrebbero fare per
riappropriarci della storia, ma soprattutto tante ne dovremmo fare per non
permettere che ai nostri figli venga riservato lo stesso trattamento. Ci
lamentiamo tanto –e giustamente- per la cancellazione della lingua Sarda, ma
come è possibile che nessuno parli della Nostra Storia Nazionale totalmente
falsificata?<o:p></o:p></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11.0pt;">Ps.1
Dimenticavo, la fonte di questi rapidi cenni storiografici è: Antonio Brancati,
Fare storia 2, <st1:personname productid="La Nuova Italia" w:st="on"><st1:personname productid="La Nuova" w:st="on">La Nuova</st1:personname> Italia</st1:personname>,
Firenze 1985.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 11.0pt;">Ps.2
Proprio in quei giorni mi era capitato di acquistare Il Sole 24 Ore e di
prendere il libro allegato sulla storia d’Italia per scoprire nell’introduzione
che scopo del libro –secondo l’editore- è dimostrare che l’unità d’Italia non
nasce nel 1860 bensì possiede radici ben più solide nel tempo a partire dal
medioevo. Si criticava così un espressione di Benedetto Croce -a parer mio
molto bella- che liquidava simili tentativi di lettura facendoli passare “per
storielle, poemi, capolavori letterari e nulla più”. Evidentemente è un vizio
diffuso nella storiografia italiana… finchè i sardi continueranno a dormire…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi53LUOHCQMDYvI8Hcq50E15suIiRSoQOm7_2Ok0kZHWB-Doyb-3WgzRX68eLL9GYQILoC6kgmhIrFAmadypR3nfSlmvB3xZjRiBDBQ4Z-ZXhqTU8IdpD7MH8EuRfgeMT9958zWK0Ok0z8h/s1600/reps+smith+carlos.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi53LUOHCQMDYvI8Hcq50E15suIiRSoQOm7_2Ok0kZHWB-Doyb-3WgzRX68eLL9GYQILoC6kgmhIrFAmadypR3nfSlmvB3xZjRiBDBQ4Z-ZXhqTU8IdpD7MH8EuRfgeMT9958zWK0Ok0z8h/s1600/reps+smith+carlos.png" height="220" width="320" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302948px; line-height: 20px;">E’ il 1968 e a Città del Messico si svolgono le Olimpiadi. Sono giornate cupe, cariche di tensioni frutto di un anno intenso e pieno di eventi, dalla primavera di Praga all’uccisione di Marthin Luther King.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302948px; line-height: 20px;">Il 16 di Ottobre si svolge la fin</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #141823; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302948px; line-height: 20px;">ale dei 200 metri uomini.<br />Tra i partecipanti ci sono due atleti neri Americani, Tommie Smith e John Carlos, studenti di sociologia a Barkley e aderenti al movimento “Olympic Project for Human Rights”.</span><br />
<a name='more'></a><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #141823; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302948px; line-height: 20px;"><br />Il movimento si batte per i diritti umani contro il segregazionismo negli USA e propone il boicottaggio dei giochi o perlomeno l’utilizzo di quella platea mondiale per denunciare, per urlare la voglia di giustizia.<br />Così, il 16 ottobre quei due studenti trionfano nella gara dei 200 metri. Smith arriverà primo stabilendo il nuovo record del mondo con un tempo inferiore ai 20 secondi mentre Carlos finirà la gara al terzo posto. Due ragazzi, giovani ma fermi nelle loro convinzioni, non si lasceranno prendere dall'entusiasmo del momento e metteranno in atto quello che passerà alla storia come uno dei gesti più dirompenti mai messi in pratica durante una competizione sportiva.<br />Durante la premiazione Tommie e John salgono sul podio con il capo chino, il pugno chiuso sollevato avvolto in un guanto nero, i piedi scalzi e una collanina al collo con tante pietroline in ricordo dei neri che si erano battuti per i propri diritti. Il secondo classificato, un giovane australiano, porterà per solidarietà la coccarda del movimento. Un gesto semplice e simbolicamente potente capace di catturare le coscienze e di passare alla storia.<br />Ricordare quel gesto significa ricordare come lo sport rappresenti un momento fondamentale della vita quotidiana e che attraverso esso qualsiasi messaggio può essere comunicato e veicolato. Tommie e John ce l’hanno insegnato e noi li ricordiamo oggi a quasi cinquant’anni da quel giorno d’autunno. Per i diritti degli uomini e delle donne, contro il segregazionismo, il razzismo e contro la stupidità umana.<br />Frantziscu Sanna Carta</span><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRCGrr8Qe8liJqnNhRQ1Z3b4mgtIkjeJqcHrPZLI-1Rq5u6Y2Xqy8kbzoI3DHpD56esBaW9TGv8EUPdfjKtjB0PFpBxgL8Qn6_LZiFcFyg7XvfooA7VczqzgKcchegNrLSs94_9_aeZhxf/s1600/emigrazione.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRCGrr8Qe8liJqnNhRQ1Z3b4mgtIkjeJqcHrPZLI-1Rq5u6Y2Xqy8kbzoI3DHpD56esBaW9TGv8EUPdfjKtjB0PFpBxgL8Qn6_LZiFcFyg7XvfooA7VczqzgKcchegNrLSs94_9_aeZhxf/s1600/emigrazione.png" height="198" width="320" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 15pt; margin-bottom: 18pt; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">A fine ottocento, in una Sardegna piegata dalle politiche protezioniste e fiscali del governo piemontese, si aggiravano dei loschi personaggi che convincevano contadini e allevatori a partire per il Brasile promettendo guadagni e lavoro. Partirono in tanti in quegli anni, 2500 solo nel 1896-97, alla volta del Brasile provenienti perlopiù dal nord Sardegna su cui la crisi delle esportazioni del bestiame verso la Francia aveva pesato di più, e la ricerca di qualche soldo per sfamare la famiglia diventava una necessità. La disperazione in quegli anni era frutto di scelte capaci di compromettere l’intera economia isolana. Furono pignorati beni immobili e mobili a 1 famiglia su 4 mettendo in ginocchio intere aree. I procacciatori di manodopera a basso costo, vere e proprie agenzie strutturate, venivano dal continente, promettevano e garantivano, rassicuravano e spiegavano le possibilità dell’emigrazione nel nuovo mondo. Degli schiavisti di quel tempo. Ben presto i sardi partiti in quegli anni ritorneranno lamentando condizioni di miseria e di sfruttamento inaccettabili. Si apriva così la storia migratoria del nostro popolo.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 15pt; margin-bottom: 18pt; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Negli anni ’50 e ’60 del novecento stessa storia con attori diversi. Fu lo stato italiano a stipulare gli accordi internazionali che consentivano uno scambio “equo” tra manodopera (perlopiù mineraria) e materie prime a prezzi politici. Sono gli anni del secondo grande esodo dei sardi. Emigreranno in decine di migliaia senza soluzione di continuità, senza distinzione di provenienza. In questo caso ad organizzare i viaggi erano gli stessi uffici ministeriali: garantivano visite mediche, la logistica negli snodi di passaggio e in alcuni casi anche l’accoglienza nel luogo di arrivo per lo smistamento dei lavoratori.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 15pt; margin-bottom: 18pt; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">E’ di questi giorni la notizia che il sindaco di Elmas abbia dato vita ad un “interessante” esperimento di welfare municipale stanziando un po’ di risorse per consentire ai suoi concittadini di partire alla ricerca di un lavoro. Pagare un biglietto aereo, magari su una compagnia <i>low cost</i>, in fondo, risulta essere molto più semplice oggi di quanto non fosse 100 anni fa organizzare una traversata transoceanica. In fondo le politiche e i modelli sono rimasti gli stessi cambiano solamente gli attori e i soggetti che incidono sui processi di mobilità del nostro popolo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 15pt; margin-bottom: 18pt; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Politiche economiche, politiche fiscali e un determinato modello di welfare: è questo il fallimento. Oggi come ieri, l’incapacità di fornire risposte ai drammi occupazionali, l’incapacità di dare spazio a politiche strutturali di trasformazione sociale o di welfare universalistico danno vita ad esperimenti quantomeno ridicoli che non fanno altro che rappresentare il fallimento delle politiche dipendentiste attuate in questi anni.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #404040; font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 15pt; margin-bottom: 18pt; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="border: 0px; font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10pt; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">C’è un filo rosso che lega questi tre piccoli grandi eventi della nostra storia moderna: la storia dell’emigrazione dei sardi di ieri e di oggi, una diaspora che va avanti da 150 anni ed è metafora della nostra attuale condizione. A noi, e solo a noi, spetta progettare strategie differenti per evitare che le soluzioni estemporanee di qualche avventuriero (sia esso un agenzia di schiavisti, uno stato o un sindaco di uno dei nostri paesi) impongano la strategia della rassegnazione e della sconfitta.</span></div>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDEHSwJbgV6GDByYdM7JTGSLdsf5_MP_FglRC7c8XYpZqs1Qj4LsR3NM2tfjSowmpYmvjDl0Vs7fAwBoHsxX4M1VaaONv62H5PMqSf4-RM5EPwKyC3rRsK-ilBGIXx3l6J04enfcRTkWcH/s1600/Immagine1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDEHSwJbgV6GDByYdM7JTGSLdsf5_MP_FglRC7c8XYpZqs1Qj4LsR3NM2tfjSowmpYmvjDl0Vs7fAwBoHsxX4M1VaaONv62H5PMqSf4-RM5EPwKyC3rRsK-ilBGIXx3l6J04enfcRTkWcH/s320/Immagine1.jpg" width="320" /></a></div>
Sono giorni frenetici di provvedimenti governativi, di
dichiarazioni di guerra, di avvio di campagne elettorali, di chiusura di
accordi, di instabilità di governo e soprattutto di ferie agostane.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sarà colpa di questo clima caotico e allo stesso tempo
vacanziero ma pare proprio che la stampa in Sardegna, assieme a tutta la classe
politica autonomista, si sia dimenticata di commentare e di prendere posizione
rispetto ad un importante provvedimento del governo Letta, inserito nel
pacchetto sulla pubblica amministrazione, che è stato fatto passare come
qualcosa di naturale e scontato ma che, tuttavia, di naturale e scontato non
può e non deve avere nulla.<br />
<a name='more'></a><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Stiamo parlando dell’istituzione dell’<i>Agenzia nazionale per la coesione territoriale </i>ossia una società a
capitale pubblico, di diretta emanazione ministeriale e governativa, che verrà
chiamata a gestire la politica di coesione europea in Italia per i prossimi
anni. Si, avete capito bene, gestire l’intera politica di coesione europea: una
partita che a livello italiano si aggira sui 30 miliardi e che per la Sardegna
vale all’incirca 1,5 miliardi al netto dei cofinanziamenti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il provvedimento, annunciato come salvifico rispetto
nell’annosa battaglia sulla spendita e rendicontazione dei fondi europei,
rappresenta un elemento di grande interesse nello scenario della gestione delle
risorse europee per i prossimi 7 anni di programmazione (2014-2020) e
soprattutto rappresenta una significativa virata in termini di nuovo
centralismo nella gestione dei fondi europei e delle politiche comunitarie.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il ministro per la coesione Carlo Trigilia, facendo seguito
ad una proposta del governo Monti e del suo predecessore Barca, ha annunciato
che la costituzione di questa agenzia fornirà uno strumento in grado di
garantire all’Italia una corretta gestione dei fondi europei, con un
rafforzamento del coordinamento statale e con la possibile definizione di una
serie di poteri di intervento sulle strategie regionali in caso di
inadempienze. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ora, è chiaro che questo tipo di provvedimento fa seguito
alla sperimentazione sviluppata attraverso il Piano di azione e coesione con
cui lo stato italiano ha cercato di accelerare la spendita delle risorse europee
nel corso del 2012/2013 ed è ancor più chiaro come questo provvedimento andrà
ad incidere fortemente sulle prerogative di gestione delle risorse da parte
delle entità territoriali, della Sardegna in primis. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sebbene i contorni di questa opzione non siano ancora stati
chiariti, essa rappresenta -senza alcun dubbio-
una modalità di ricentralizzazione inaccettabile per Sardegna e per le sue prerogative. E’ su
queste scelte che decidono il futuro del nostro rapporto con l’Europa che si
gioca una partita importante per le nostre comunità. Una classe dirigente seria
dovrebbe esprimere la propria netta e assoluta contrarietà ad ipotesi di questo
genere. Invece a regnare è proprio il silenzio. Il silenzio dell’incapacità di
pensare ad un futuro differente basato su un reale processo di
autodeterminazione nazionale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Già con l’adesione <i>volontaria</i>
da parte della giunta Cappellacci al “Piano d’azione per la coesione” i nostri
territori hanno visto volare via ingenti risorse dei POR per vederle riallocate
su obiettivi stabiliti dallo stato italiano e su opere che avrebbero già dovuto
avere copertura finanziaria (vedi la Olbia-Sassari). <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Questa agenzia “nuova”, insomma, nasconde vizi antichi di
cui i sardi conoscono bene il significato: qualcuno sente forse nostalgia della
Cassa per il Mezzogiorno e delle sue strategie? Noi di certo no e auspichiamo
un nuovo protagonismo istituzionale che porti la Sardegna a costruire realmente
un rapporto diretto con le istituzioni europee e a rifiutare tentativi da
vetero centralismo che sa troppo di passato e poco di futuro possibile.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Frantziscu Sanna Carta<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbslNSPMuAmcxyv6HCzsVcoKSf5mIFbYQwPvgvI-IV5XDB2saCCLQ-fqlzirxO_yuiDvQe_S-Hhcpz0FZ3Y1iMUNfX0tLDMxRVOW_6QbEQUqJ1zjFONhgt72_xNyY1dB2QmA2ikR-Jc0vU/s1600/cilocco+micca.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbslNSPMuAmcxyv6HCzsVcoKSf5mIFbYQwPvgvI-IV5XDB2saCCLQ-fqlzirxO_yuiDvQe_S-Hhcpz0FZ3Y1iMUNfX0tLDMxRVOW_6QbEQUqJ1zjFONhgt72_xNyY1dB2QmA2ikR-Jc0vU/s320/cilocco+micca.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
Se provaste a riprendere i vostri libri di storia delle
scuole medie sicuramente trovereste la notizia relativa al sacrifico del
soldato sabaudo Pietro Micca che, il 30 agosto del 1702, con un gesto di eroismo
sacrificò la sua vita per difendere la città di Torino dall’esercito francese.</div>
<a name='more'></a><o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
Pietro Micca è noto a tutti i ragazzi sardi che frequentano
la pubblica istruzione italiana. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Quegli stessi libri non vi parleranno, invece, di Frantziscu
Cilocco, sardo nato a Cagliari, che fu trucidato cento anni più tardi, 30 di
agosto del 1802, dall’esercito Piemontese a Sassari per aver combattuto per l’indipendenza
della Sardegna e per la dignità del popolo sardo nella rivoluzione antifeudale.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Attraverso i libri di storia ci costringono a studiare la
storia italiana, i suoi eroi e le sue vicende, nel frattempo fanno scomparire
la nostra storia nazionale le sue vicende e i personaggi che ne hanno segnato
il cammino. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Provate a vedere quante vie nei comuni sardi sono dedicate a
Pietro Micca e quante invece ne sono state dedicate a Frantziscu Cilocco. Un
popolo che non conosce la sua storia sarà incapace di costruire il proprio
futuro.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Per questo oggi, 30 di agosto 2013, io, da repubblicano
sardo, ricorderò l’assassinio e il supplizio di Frantziscu Cilocco, patriota
sardo morto per un più alto ideale di giustizia e libertà. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Pro s’istoria natzionale!<o:p></o:p><br />
Frantziscu Sanna Carta<br />
<br />
La morte di Frantziscu Cilocco:<br />
<span style="font-family: inherit;">"<span style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; line-height: 24px;">Gli ultimi giorni furono dei più terribili che si possano immaginare. Messo, sanguinante e pesto, sul dorso di un asino, fece il suo ingresso in Sassari, a torso nudo, fustigato senza sosta dal boia tra il dileggio dei popolani, istigati dal baronaggio sassarese, che nella sua cattura vedeva la fine di un proprio incubo sociale. Sembra che il C., stravolto dai patimenti, durante gli interrogatori, tentasse di inimizzare il proprio ruolo e giungesse fino a chiedere la grazia. Ma il processo era solo un passo formale verso l'esecuzione, che si voleva esemplare. Il 12 agosto venne emessa la sentenza. Il 30 ag. 1802, all'età di trentatré anni (Pola), pur disfatto per le torture subite, recuperata la propria lucidità, "con animo forte" (Martini), il C. saliva sulla forca. Il suo corpo rimasto esposto per diversi giorni, fu poi bruciato e le ceneri sparse al vento."</span></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Volentieri rilancio dal mio blog il testo scritto da un folto gruppo di giovani Orgolesi a commento di quanto quotidianamente avviene dal punto di vista mediatico (e non solo) rispetto alla nomea della loro comunità e dei suoi abitanti. </div>
<span style="text-align: justify;">Il testo, tuttavia, è molto più profondo e racconta in maniera cruda e diretta il punto di vista di una generazione intera sulla quotidianità della comunità e sulle sue aspettative individuali e collettive.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
E' bello leggere nelle parole di questi ragazzi la consapevolezza chiara e netta del loro passato. Un passato che ci riguarda tutti e che va analizzato e capito per consentirci di costruire quello che ci aspetta: per realizzare sogni, per risolvere problemi, per immaginare progetti e, perchè no, per affrontare criticità nuove e inaspettate.</div>
<span style="text-align: justify;"></span><br />
<a name='more'></a>Se l'obiettivo dichiarato di questo testo è chiedere ai giornalisti un maggiore impegno e una maggiore serietà nel loro lavoro, l'obiettivo vero e sottinteso è quello di chiamare un intero popolo verso la consapevolezza delle proprie responsabilità sia per l'oggi ma soprattutto per il domani.<br />
<div style="text-align: justify;">
La lettera solitamente è un gesto privato con un mittente chiaro ed un destinatario altrettanto chiaro. In questo caso è bello leggere una vera e propria lettera di comunità rivolta ad un'altra comunità: tutti noi.</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
<em>Questa lettera aperta è stata spedita ai vari quotidiani sardi, in seguito ai recenti fatti che hanno interessato Orgosolo e i suoi cittadini.</em></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Non sappiamo se pubblicherete questa lettera, ma questo in realtà non ci preoccupa. La proporremo ad altri giornali, la diffonderemo online, sfruttando la visibilità di Facebook e dei tanti blog popolari della Sardegna e chiedendo ascolto a chiunque si ritrovi nelle nostre parole. Insomma, con un minimo di fatica raggiungeremo (e probabilmente supereremo) un numero ben più ampio dei vostri stessi lettori. Sarete consapevoli voi stessi del naturale declino della carta stampata, in un’epoca di incessante bombardamento mediatico, e sarete giunti anche voi alla conclusione che ciò che serve oggi è la qualità dell’informazione, la sua serietà, la sua onestà.</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Seguendo queste definizioni, pensate che oggi la Sardegna abbia una produzione giornalistica superiore al livello del quotidiano di provincia?!</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Siamo Orgolesi, nati e cresciuti a Orgosolo, questa terribile zona mai raggiunta dal mondo civilizzato e dove sembra ormai impossibile che questo possa arrivare. A sentire certe testimonianze infatti, sembrerebbe che un’infanzia nel nostro paese non possa essere stata troppo differente da quella di un bambino di Kabul: bombe a ogni ora del giorno e della notte, armi, spari, violenza (abbiamo pure tanti uomini barbuti, in pieno stile talebano, anche se non è chiaro chi abbia lanciato prima la moda tra loro e noi). Beh, dispiace deludervi ma la nostra infanzia è stata molto serena, diremmo felice: scuola, gruppi sportivi e parrocchiali, associazioni di altro genere, e poi bicicletta, pallone, girare per le campagne o per le vie del paese, scoppiare qualche petardo prima di Natale, sbucciarsi le ginocchia e ricevere “il resto” dai genitori per i pantaloni stracciati e la maglietta sudicia, suonare i campanelli e scappare. E poi escursioni fuori paese a conoscere la nostra natura, i nostri siti archeologici, oppure ancora più all’esterno, a scoprire altre meraviglie della nostra isola, o ancora oltre, a vedere che c’è un altro po’ di mondo oltre il mare. Non sappiamo se questo ci rende gli ex bambini più fortunati del mondo, ma di certo non ci colloca tra quelli più sfortunati.</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Crescendo ognuno di noi ha sviluppato una propria personalità; c’è chi ha preso strade sbagliate e poi ha raddrizzato il tiro, chi sembrava ben indirizzato e si è perso, chi stenta a trovare la sua via. A ben vedere, i nostri percorsi crediamo siano perfettamente in linea con quelli di qualunque altro nostro coetaneo.</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Una differenza, è vero, l’abbiamo notata, crescendo e uscendo dal paese; non sempre, e neanche nella maggior parte dei casi, ma comunque con una certa costanza e continuità nel tempo: l'esserci imbattuti in qualcuno che ci indicava come originari del paese dei banditi, un posto pericoloso, forse eredi noi stessi di un terribile passato, che molti di noi non hanno nemmeno conosciuto. Quando hai 14-15 anni ne ridi quasi orgoglioso e forse ti vanti di tanta fama (buona o cattiva, è sempre fama), tanto a quell’età la confondi e mescoli con le altre cose che rendono famosa Orgosolo: quella dei murales, quella della lotta di Pratobello (a proposito, conoscete quella storia?), quella dell’ospitalità e della sacralità de s’istranzu, o ancora dello splendido Supramonte, magari rifugio di banditi ma naturalisticamente vera e propria meraviglia della natura. Arrivati ai 17-18 anni inizi invece a provare un certo fastidio per le stesse cose cui fino a poco prima non facevi troppo caso. Sai perfettamente che in paese ci sono tanti problemi e criminalità, non puoi e non devi nasconderlo, ma vedi che la maggior parte dei tuoi coetanei ancora studia con buoni risultati, alcuni hanno capito che si sentono più realizzati lasciando lo studio e lavorando, alcuni, ci sono anche quelli, non fanno né l’uno né l’altro. Di nuovo, è molto differente da altre realtà? Eppure inizi a sentirti un’etichetta che ti aderisce addosso, inizi a notare qualche battuta di troppo a cui ti abitui a non rispondere, perché quando rispondi sei un permaloso e così non fai che confermare la tua “orgolesità”. Noti anche che un fatto negativo a Orgosolo nei mezzi d’informazione occupa più spazio e ha più attenzione di quando capita altrove (il discorso vale per il nuorese in generale, ma anche per sant’Elia o san Michele a Cagliari, ad esempio, tanto perché non ci si accusi di vittimismo barbaricino).</div>
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<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Sai di essere ben lontano dal vivere in una comunità perfetta, e ci sono dei momenti di alti e bassi nel vivere la comunità stessa. Esiste un’alta dispersione scolastica e spesso nelle stesse famiglie non si trova un modello di riferimento da seguire; nei comportamenti si vede la tendenza ad adeguarsi alla massa per non essere esclusi; si abusa con facilità e da giovanissimi con l’alcool.</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Non elencheremo tutti i nostri problemi, sono ben noti e ancora una volta non peculiari di Orgosolo, siamo certi però che la chiusura che c’è in molti di noi giovani sia anche figlia di tutto questo. Sarebbe difficile altrimenti non appassionarsi alla storia e alla cultura del nostro paese, del nostro territorio, difendendo e rispettando la gente che lo abita e lo visita. C’è da dire che è stato scarso lo sforzo di definire in modo chiaro e duraturo un sistema per condividere e portare avanti le nostre conoscenze, se si escludono i singoli sforzi di persone volenterose. Le stesse istituzioni e la scuola spesso non promuovono la cultura o non lo fanno in maniera efficace. Ne sono esempio alcune manifestazioni non portate avanti negli anni e che a volte hanno quasi subito un’attività di boicottaggio da parte delle istituzioni stesse. Pensiamo che da questa chiusura vengano il prevalere del pregiudizio e della paura di essere giudicati, chiudendosi alle possibilità di nuovi stimoli ed evitando le attività associazionistiche e l’impegno sociale.</div>
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Insomma ci sono i giorni in cui ti lamenti e scuoti la testa, altri in cui non puoi contenere l’orgoglio di essere nato in un posto così straordinario. Ma col passare del tempo e il susseguirsi di certi avvenimenti arrivi a porti la domanda più critica: perché questo succede? Ad Orgosolo c’è più criminalità che altrove? Bene, perché?</div>
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La prima risposta che ti viene è: il DNA, siamo gente predisposta a delinquere. Ma poi ti scappa da ridere. “Ma andiamo”, dici, “questa è la teoria di uno studioso razzista del XX secolo che collegava la criminalità alla forma del cranio dei soggetti che studiava. E poi sarebbe alla base di credenze e ideologie superate (tragicamente) oltre 60 anni fa. Possibile ci sia ancora qualcuno in giro che creda alla storia dell’indole umana che dipende dalle razze?”. Difficile crederlo, no?</div>
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Crescendo, leggendo (anche tra le righe), imparando a ragionare e discriminare concetti e nozioni, si cerca di cogliere quale e dove sia questo nostro problema. Alcune analisi lette qua e là ti portano al Piano di Rinascita e al suo fallimento, ogni tanto si va oltre e si legge qualcosa della “Caccia Grossa” savoiarda nei nostri monti a fine ‘800 (conoscete quell’altra storia?), e quando si è proprio audaci ci si spinge fino a quell’atto di “ammodernamento” (sic) che è stata la legge Savoia nota come “Editto delle chiudende”, 1820, e alla abolizione della Carta de Logu, in vigore da circa quattro secoli, seppellita nel 1827. Ma non siamo degli storici, non abbiamo (ancora) le competenze per un’analisi così approfondita e prolungata nel tempo, faremmo solo figuracce e lasciamo questo compito ai volenterosi studiosi isolani, limitandoci nel nostro piccolo ad esporvi ciò che vediamo.</div>
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Del Piano di Rinascita, ad esempio, noi vediamo soltanto il disastro, ci siamo persi la parte divertente. Solo di quello abbiamo avuto esperienza nel corso della nostra vita. È vero, molti hanno avuto di che mangiare da questi impianti allestiti tra i ’60 e i ’70, e l’operaio ha potuto permettere al proprio figlio di andare all’Università. Sta nascendo però in questi anni la generazione dei nipoti di quegli operai. Cosa si lascia a loro, a noi? Non solo la stessa disoccupazione di prima, ma in aggiunta un territorio snaturato, devastato, sporco, inquinato (la prima regione in Italia per estensione del territorio contaminato, ecco cosa siamo, fuori dalle cartoline). Quando recuperabile, sempre che lo sia realmente, quel territorio avrà bisogno di bonifiche anche decennali, ma già oggi si paga il duro conto delle strane malattie, deformazioni, tumori, pesci al sapore di gasolio e quant’altro vogliamo elencare. Se facciamo un bilancio complessivo di questa Rinascita, davvero avremo la faccia tosta di darle un giudizio positivo? Vale la pena vivere 20-30 anni di miraggio del benessere per ritrovarsi poi ad essere distrutti e privi di altra potenzialità, schiavi dell’aiuto statale? E, magari, è possibile che il disagio, l’alcolismo, la dispersione scolastica, la dipendenza dal gioco, la stessa criminalità siano fortemente legati anche a questo disastro?</div>
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È qui che nasce il nostro grande dubbio che altri, al di fuori di noi, possano risolvere i nostri stessi problemi. È con le nostre stesse forze che dobbiamo dimostrare di non avere nessun “difetto genetico” e che molto di quanto di negativo o positivo accade (da noi come ovunque nel mondo) è frutto di un ambiente, dei soggetti che lo animano ma anche delle politiche che più o meno creano le condizioni per il sorgere del disagio.</div>
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È naturale che ci discostiamo dalle azioni negative che troppo spesso compaiono sui quotidiani e le condanniamo. Tanti già si espongono in prima persona (non senza correre rischi spesso, solo che loro non vanno in prima pagina) per far capire che non ha senso buttare giù un lampione, rovesciare un cassonetto o bloccare un pullman. E non per la paura della cattiva fama che ricadrebbe sul paese per via dei quotidiani, tantomeno per apparire eroici sulle vostre testate, ma per una questione di principio e di buon senso. Ma a fianco all’opporsi ai piccoli fatti bisogna scoprire cosa c’è sotto, cosa provoca queste situazioni, se sono più diffuse che altrove. Ha senso strappare l’erbaccia filo per filo o è meglio passare l’aratro e seminare?</div>
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Da qui torniamo a rivolgerci a voi, cari giornalisti. Non vi chiediamo di non parlare delle malefatte di Orgosolo, non ci vogliamo nascondere, tutto il contrario, fate il vostro lavoro in modo onesto e dignitoso. Vi chiediamo però di avere la decenza di non sparare titoloni in prima pagina per mendicare la vendita di due copie in più; vi chiediamo di dare a ogni notizia il peso che ragionevolmente merita; vi chiediamo, e sappiamo che richiede un po’ più di impegno e costanza, di diventare dei veri giornalisti: vi chiediamo cioè di andare oltre i singoli fatti, di superare la cronaca spicciola di provincia, e di iniziare (est tempus!) a unire i tasselli. Se volete continuare ad essere degli scribacchini annoiati è vostro diritto farlo, ma per quanto ci riguarda (a noi passerà la Sardegna che ci stanno lasciando), non ci serve gente che elenca sommariamente i problemi e si lamenta del mondo che va a rotoli. Ci servono persone oneste che dei problemi cercano di capire le cause e cerchino di stimolare, anche attraverso la stampa e l’opinione pubblica, il dibattito per trovarne le soluzioni.</div>
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Noi cerchiamo e cercheremo di seguire questo approccio, e in questo siamo già, per il momento, migliori di voi. Nonostante Orgolesi.</div>
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Nicola Vedele</div>
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Gianfranco Lovicu</div>
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Antonio Floris</div>
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Alessandro Gaddone</div>
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Federica Mereu</div>
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Enzo Meloni</div>
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Annamaria Congiu</div>
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Candida Corria</div>
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Antonella Pira</div>
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Pasquale Mereu</div>
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Maria Corraine</div>
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Andrea Rana</div>
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Michela Corrias</div>
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Pietro Succu</div>
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Pina Corraine</div>
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Angelo Corda</div>
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Francesco Mereu</div>
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Antonio Garippa</div>
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Francesca Mesina</div>
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Gian Mauro Davoli</div>
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Matteo Sorighe</div>
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Maria Giovanna Bassu</div>
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Caterina Rana</div>
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Maria Francesca Faedda</div>
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Agostina Fistrale</div>
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Barbara Boscia</div>
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Raffaela Mereu</div>
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Vincenzo Rana</div>
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Giovanni Rana</div>
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Francesca Meloni</div>
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Antonella Bassu</div>
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Serafino Piras</div>
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Jolanda Corria</div>
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Maria Luisa Mereu</div>
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Pina Puddighinu</div>
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Giovanna Corraine</div>
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Elisa Buesca</div>
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Kekkeddu Corraine</div>
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Barnaba Pala</div>
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Francesco Moledda</div>
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Veronica Dettori</div>
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Gianfranca Rubanu</div>
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Gianluigi Muscau</div>
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Elisa Manca</div>
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Antonio Luppu</div>
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Claudia Manca</div>
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Francesca Vedele</div>
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Francesca Cuccu</div>
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Giovanna Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Giovanna Mereu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesco Corria</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Teresa Corda</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Pier Giuseppe Buffa</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Tottoni Rana</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Giovanna Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Gianfranco Mura</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonio Biancu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Laura Pinna</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Marialberta Buesca</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Maria Rosa Goddi</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Giovanni Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Floris</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesca Cossu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Pasquale Succu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Simone Castangia</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Giampietro Pinna</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesca Garippa</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Mariantonia Greco</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Nicoletta Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Nicola Floris</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Arianna Piredda</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonello Pira</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Tonina Zoppeddu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Valentino Dettori</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Gianluca Castangia</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Anna Carta</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Giovanna Corda</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Mesina</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Piera Rubanu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antoni Conzu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antoni Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Fronteddu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesca Elias</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Marco Musina</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Nicola Mereu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Carlo Succu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Piermarco Bassu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Piredda</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Alessandra Muscau</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Muscau</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Ilenia Floris</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Maria Menneas</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesca Bassu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Saverio Moro</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Andrea Muscau</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Luisa Podda</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Naniu Mereu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Anna Crissantu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Mariangela Valurta</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesca Patteri</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Carmen Vedele</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Irene Corrias</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Valurta</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Luisa Biancu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Caterina Paddeu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Angela Pinna</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Elisa Carta</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Italo Sorighe</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Defensa Muggianu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Muscau</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Gian Mario Vedele</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Zizzu Musina</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Gabriele Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Franca Luppu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesco Catgiu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Dino Biancu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Tania Puddighinu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Enrico Mascia</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Giovanna Luisa Sanna</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesca Rubanu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Elena Goddi</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Davide Mesina</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Caterina Corraine</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Mariapina Pira</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Podda</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Daniele Musina</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Francesco Muscau</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Antonella Rubanu</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Associazione Culturale Murales</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Supramonte Volley</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 12.800000190734863px; line-height: 19.5px;">
Supramonte Softball</div>
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<div class="MsoNormal">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhoH2W-piwhX4rl2HB3LKNDiie9B-oq3dBpGWsYhvtNyMsB-iqiYpLgGF7ZZSufGPUmnUddTHEuvUbmac_xyG7XAc6iKxs3b4xrXUaXprDXF2iATA23fcPX-ZFsH0YZRricEaP0EegwuOx/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhoH2W-piwhX4rl2HB3LKNDiie9B-oq3dBpGWsYhvtNyMsB-iqiYpLgGF7ZZSufGPUmnUddTHEuvUbmac_xyG7XAc6iKxs3b4xrXUaXprDXF2iATA23fcPX-ZFsH0YZRricEaP0EegwuOx/s1600/images.jpg" /></a>È una bella mattina ad Aristanis oggi. Si, un bel sabato
mattina. Mi sono svegliato presto, come raramente succede di sabato, perché
oggi è un giorno importante, simbolicamente importante per due ragioni. Per la
prima volta riaprirà al pubblico, in occasione di monumenti aperti, la vecchia
reggia giudicale. Proprio quello spazio che per diversi secoli ha segnato la
storia di Aristanis, capitale del giudicato di Arborea e della Sardegna intera.</div>
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Ma l’edificio di per se non rappresenta più ciò che è stato
un tempo. Oggi rappresenta il segno di una sconfitta, una sconfitta segnata dal
tempo. La vicenda della reggia è nota e la sua trasformazione in casa
circondariale e solo l’ultimo degli sfregi portati a compimento sulla memoria
di quel luogo.</div>
</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dvPeLjowY-z2vP9X3EvOr4Db69Vg4QO-rCDAQUBGH6zg2pzYSMcG6oA4xdLu4GkMOwO077fvnnqagsLQpWe4ilSssd-Iuqpwzx84UDZqU1HKTBU3yEUYsO3_zHT4ayxU36FojRhSvZAT/s1600/DSC05142.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dvPeLjowY-z2vP9X3EvOr4Db69Vg4QO-rCDAQUBGH6zg2pzYSMcG6oA4xdLu4GkMOwO077fvnnqagsLQpWe4ilSssd-Iuqpwzx84UDZqU1HKTBU3yEUYsO3_zHT4ayxU36FojRhSvZAT/s320/DSC05142.JPG" width="320" /></a></div>
La piazza, infatti, in cui si trova collocata la vecchia
dimora degli arborea, ha visto l’alternarsi di successivi sfregi che hanno definitivamente
compromesso la sua capacità di evocare il senso più profondo della libertà che
ha rappresentato per tanto tempo. Pratza de sa Majoria è infatti la piazza dove
sorgeva accanto alla reggia il castello degli Arborea, accanto ad esso la torre
di San Filippo gemella della ancora esistente torre di San Cristoforo, la Porta
a mari, la chiesa di San Giovanni e il monastero. Insomma uno di quegli spazi
che ben raccontano lo splendore di un’epoca intera.</div>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Negli anni questo patrimonio è stato distrutto, abbandonato
e cancellato per sempre dalla forza dell’incuria, dalle dominazioni e dal
fatalismo.<o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<div style="text-align: justify;">
Oggi sarà emozionante poterci rientrare e poter vedere quel
poco che è rimasto di quel passato glorioso. La seconda cosa importante della giornata è l’apertura
al pubblico del campanile della chiesa di Santa Maria, l’attuale cattedrale di
Aristanis. Anch’essa vanta un passato importante e sebbene i notevoli
interventi subiti ne abbiamo quasi interamente stravolto la bellezza originale
sono rimasti alcuni elementi degni di essere visti con attenzione: le cappelle gotiche in
particolare ed il tesoro di reperti medievali.</div>
<o:p></o:p></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU5YjFACRdu9l1K1f09M7a6gvfzag4nqkbjYoZjRQ_UmkW_klqumHinaAy2SKT9rujIBSOEh-vADU1kHdcsvGks-IKgCNbq7Nhdm8qI9gl8azccHKVrzkHmQ93UjJCX_yMhSi4b_tFKn8f/s1600/Porta+a+mari.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU5YjFACRdu9l1K1f09M7a6gvfzag4nqkbjYoZjRQ_UmkW_klqumHinaAy2SKT9rujIBSOEh-vADU1kHdcsvGks-IKgCNbq7Nhdm8qI9gl8azccHKVrzkHmQ93UjJCX_yMhSi4b_tFKn8f/s320/Porta+a+mari.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Ma non mi interessa parlare della cattedrale in se quanto
del campanile, la cui struttura mantiene parecchio del suo passato giudicale.
Tenete ben alto lo sguardo quando comincerete a visitare i piani di questa
struttura. Avrete una bella sorpresa, forse sfuggita alla furia dei
catalano-aragonesi quando, sconfitti gli arborea, decisero di far sparire tutti
i segni ed i simboli di quel passato glorioso. Ebbene in questo campanile potrete ammirare <a href="http://www.frantziscusanna.net/2012/12/i-simboli-di-liberta-non-si-possono.html" target="_blank">uno dei pochissimi alberelli giudicali</a> sfuggiti alla distruzione. Si proprio quell’albero
deradicato simbolo di libertà, di indipendenza e prosperità che ha
segnato per secoli la storia della Sardegna e che ora rappresenta per tanti
indipendentisti e repubblicani un simbolo di speranza per il futuro che verrà.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiok9yXRB24sB2tX0D9JQhcq-_zuIqT9_D8v3riLGTv9PpVmlKYX4AGZpgjdOgYiYOt_6bYfpx78Fyd09L5t_-oZJSs18hLgcAIglWo9beH4Wfcbs6LriOjTHRM1PJGg6vje6CY3Huasyfa/s1600/mariano+parte+in+battaglia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiok9yXRB24sB2tX0D9JQhcq-_zuIqT9_D8v3riLGTv9PpVmlKYX4AGZpgjdOgYiYOt_6bYfpx78Fyd09L5t_-oZJSs18hLgcAIglWo9beH4Wfcbs6LriOjTHRM1PJGg6vje6CY3Huasyfa/s200/mariano+parte+in+battaglia.jpg" width="200" /></a>Oggi lo vederete comparire come per incanto sopra le vostre
teste a fregio di un arco gotico e potrete allora immaginare quanto quell’albero
permeasse l’intera quotidianità della nostra città.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRr5uj9z1eah88HQdXYG_oeg9Xwk-v1E6kbNzwRTDS-CA-u0jsRB42CNko-m79HYoY_JSd0OI40jm01puho3pG_gY_ze0TLtQUlIiTMtIeMng4qjwZp0A_JJvuCaEcyhSV2n8iGATqAET4/s1600/campanile.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRr5uj9z1eah88HQdXYG_oeg9Xwk-v1E6kbNzwRTDS-CA-u0jsRB42CNko-m79HYoY_JSd0OI40jm01puho3pG_gY_ze0TLtQUlIiTMtIeMng4qjwZp0A_JJvuCaEcyhSV2n8iGATqAET4/s200/campanile.jpg" width="182" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Il fatto che se ne sia salvato uno nella sua interezza e
nella sua bellezza, privo dei pali catalani, in un luogo non pubblico ma allo stesso tempo simbolico come un campanile fa pensare e riflettere.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Visitate la Reggia Giudicale, quel che resta, e visitate il
campanile. Il primo vi racconterà della dominazione e della sconfitta, il secondo nella sua
maestosità, nel suo sollevarsi al centro della città e soprattutto in quell’alberello
salvatosi e conservatosi nel tempo, vi racconterà della possibilità vera e reale di
ripartire, di ricostruire, di restituire a questa città e a questa terra un
futuro di libertà, indipendenza e prosperità. <o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Sembrerà banale e retorico ma oggi è un giorno importante perché
spero che tanti vedendo quell’alberello possano leggerci un po’ di speranza, così, proprio come è successo a me.<o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisxYfNXtUy40fTqJXCUdeWLvEk04UxqX_C6KceNt1zdhpxFwxqr9M39B5d5JvMwJYmde2_w27glbclBH1jTIR1CDftBIexz3-t7UQV2sQaE8HqttObM2nV8LanhS6RhprFqItWjYthbzS_/s1600/albero.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisxYfNXtUy40fTqJXCUdeWLvEk04UxqX_C6KceNt1zdhpxFwxqr9M39B5d5JvMwJYmde2_w27glbclBH1jTIR1CDftBIexz3-t7UQV2sQaE8HqttObM2nV8LanhS6RhprFqItWjYthbzS_/s320/albero.jpg" width="250" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La chiesa di Santa Maria ad Aristanis è stata sicuramente uno di più emozionanti esempi di architettura gotico/romanica in Sardegna. Simbolo massimo della grandezza del giudicato di Arborea e della prosperità delle sue genti. Tuttavia di tale meraviglia non rimane granchè se si escludono alcune cappelle gotiche conservatesi miracolosamente nell'attuale struttura. Chiunque di voi provasse a visitarla per osservare tali resti rimarrebbe stupito dal vedere cancellato ovunque il simbolo dell'epopea giudicale. L'albero eradicato segno di libertà e di indipendenza, dopo la sconfitta con i catalano-aragonesi fu cancellato da quasi tutte le strutture cittadine tanto che per vederne qualche esemplare ci si deve spostare o nei territori esterni all'allora capitale o nei pochi posti in cui la furia catalana-aragonese non arrivò (monastero di santa chiara ad esempio). Ero certo tuttavia che un alberello da qualche parte, in quella foggia medievale che nulla ha a che vedere con le successive post cinquecentesche, doveva essere sopravvissuto. <br />
<a name='more'></a>Se chiudo gli occhi immagino di vedere la storia di quei momenti quando passato il 1473 e oramai sconfitto anche l'ultimo paladino dell'indipendenza (Leonardo Alagon) i catatalano-aragonesi si dilettarono nella cancellazione di quella storia e di quel simbolo che tanti problemi aveva creato alle loro mire espansionistiche nel Mediterraneo. "Distruggere tutte le effigi di quel maledetto albero da ogni chiesa e da ogni struttura pubblica": questo dev'essere stato l'ordine perentorio dato ai sudditi di sua maestà in terra di Sardegna. E così Aristanis, le sue chiese e i suoi monumenti videro pian piano sparire quel marchio, quel simbolo, affinchè le genti non potessero più ricordare, affinchè nessuno potesse raccontare di quei giudici che con quel vessillo furono in grado di dare splendore, diritti e ricchezza alle proprie comunità. Ma in un posto, in un unico luogo, simbolico come pochi, quell'albero fu salvato dalla folle volontà di riscrittura della storia. Non fu possibile salvarne alcuno nella struttura della chiesa, troppo visibili, troppo evidenti per sfuggire alle volontà dei nuovi padroni e allora eccolo là in un luogo non comune, uno spazio non pubblico ma allo stesso tempo lo spazio maggiormente simbolico di una capitale medievale. (continua...)</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj1s2zMUXwUMXhutW9bswJCqlGzEkYjkB5GRSRbLTMZERmr1guTLrKF2MJ1dvsXoEEL5PJ0j3BBSMx7A90tgNZNpMgVejsShXxUJhuahtXAM1Uk0SFG7nkC0IYSloSlsxXykroushzDreJ/s1600/politiche.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj1s2zMUXwUMXhutW9bswJCqlGzEkYjkB5GRSRbLTMZERmr1guTLrKF2MJ1dvsXoEEL5PJ0j3BBSMx7A90tgNZNpMgVejsShXxUJhuahtXAM1Uk0SFG7nkC0IYSloSlsxXykroushzDreJ/s320/politiche.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, finalmente, un buon esempio di come si può fare sviluppo locale.</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Prendano appunti gli esperti di politiche industriali che da 50 anni imperversano nella nostra terra a sperperare risorse pubbliche per regalarle all'amico di turno, che si chiami Rovelli, Moratti, Alcoa, Carbosulcis, ENI o Tirrenia poco importa.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Se lo scrivano bene nei loro taccuini: lo sviluppo locale si fa con la formazione, con l'innovazione, con l'apprendimento collettivo. Non ci vogliono grandi capitali, industrie inquinanti e finti salvatori della patria quanto un po' di lungimiranza, un po' di ambizione e una buona capacità di leggere i processi storici.</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, basta avere una visione di se stessi e di cosa si vuole per il proprio futuro. Ecco la chiave per attivare <b>processi reali di trasformazione sociale</b>.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Così, proprio su queste basi, nella piccola repubblica baltica dell'Estonia in questi giorni è partito un ambizioso programma di intervento sul modello di istruzione pubblica che prevede <b>l'insegnamento obbligatorio</b> per tutti gli studenti, fin dai 7 anni, <b>dei principali elementi di programmazione informatica</b>. Si, avete capito bene, programmazione informatica. Tutti quegli elementi in grado di permettere ad una persona di sviluppare una <i>app </i>per lo <i>smartphone </i>o di scrivere del codice per un <i>software</i>. Tutti gli elementi per non limitarsi a consumare prodotti informatici ma per capire, fin dall'infanzia, ciò che si maneggia. <b>Favorire, insomma, la trasformazione dei ragazzi da meri consumatori in potenziali produttori di innovazione e tecnologia.</b></div>
</div>
</div>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzaLTfHlhazQBnJ_pHDGxBB8rMkk51Yjtboki44sEHJQ_aGWO5qI366bCsLCFXJCuMqWb3m1XKVtqqPEdtYy7BsV737uo6oFS9DUER4L6vMCdhlvjBC4c0ZXbm1VSyFalhKKdcJnI5K7yI/s1600/logo-eng3.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzaLTfHlhazQBnJ_pHDGxBB8rMkk51Yjtboki44sEHJQ_aGWO5qI366bCsLCFXJCuMqWb3m1XKVtqqPEdtYy7BsV737uo6oFS9DUER4L6vMCdhlvjBC4c0ZXbm1VSyFalhKKdcJnI5K7yI/s1600/logo-eng3.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Si chiama <b><i><a href="http://www.tiigrihype.ee/en/tiger-leap-foundation" target="_blank">tiger leap</a></i></b> la fondazione che, in collaborazione con il ministero dell'istruzione estone, provvederà a gestire la sperimentazione in 20 istituti scolastici, per testare i modelli di insegnamento e formare i docenti. Ben presto si proseguirà con tutti i 530 istituti scolastici della repubblica baltica per dare vita al piano <span style="color: #404140; font-family: inherit; line-height: 20px;"><i>ProgeTiiger</i>, il</span> più ambizioso <b>piano di educazione informatica</b> al mondo. Una novità, questa, posta già sotto la lente di ingrandimento da tanti paesi tecnologicamente avanzati che vedono nell'Estonia sempre più un laboratorio mondiale di politiche innovative. </div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Non si tratta di certo di interventi in grado di favorire il clientelismo politico. Si tratta invece di mettere in campo una visione differente del proprio modo di stare al mondo, delle proprie politiche industriali ed economiche a partire proprio dall'istruzione e dalla formazione. </div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi si può sperare di competere nell'economia globale lavorando lastre di alluminio, gassificando carbone o attirando, con ingenti incentivi, qualche multinazionale della chimica di base (tutti interventi capital intensive). Oppure si può leggere, ad esempio, nei <b>processi di terziarizzazione</b> delle nostre società una grande opportunità di trasformazione dei comparti produttivi attraverso lo sviluppo della piccola e media impresa, dei servizi informatici e dello sviluppo di prodotti innovativi (labour intensive). Nel primo caso si ha bisogno di manodopera poco qualificata, di ingenti capitali e di grandi gruppi multinazionali, nel secondo di una forza lavoro qualificata e specializzata e di investimenti mirati a supportare un tessuto produttivo diffuso. Nel primo modello è centrale la politica ed i suoi apparati di potere e controllo, nel secondo è centrale la formazione, lo spirito auto-organizzativo di una società e i servizi avanzati alle imprese.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Due alternative possibili, ugualmente dignitose da un punto di vista pragmatico e ugualmente percorribili. Sono differenti i costi sociali, la sostenibilità degli interventi, l'impatto sul territorio, il ruolo delle risorse umane, la visione di futuro.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
L'importante è che chi effettua le scelte di politica economica ed industriale si sappia assumere le responsabilità dei potenziali fallimenti che ne conseguono dal percorrere l'una o l'altra strada. Se per cinquant'anni si persegue in maniera ossessiva un modello di intervento pubblico <i>capital intensive,</i> in settori come la chimica di base, si arriva prima o poi a fare i conti con la realtà, con la dura realtà. <span style="font-family: inherit;">Questo è <b>il nodo attuale del dibattito</b>, questo è il punto dove la politica autonomista ha condotto la nostra terra. <span style="background-color: white; line-height: 17px; text-align: left;">C'è una piccola differenza tra "consentire ai propri cittadini di diventare dei produttori del proprio futuro" e "regalare soldi pubblici alle multinazionali". La stessa differenza che passa tra <b>"le politiche industriali"</b> e <b>"le follie industriali"</b>.</span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17px; text-align: left;"> </span>Oggi, in Sardegna, è necessario un grande sforzo di politica industriale che parta realmente dalla definizione di una visione differente di futuro per le nostre comunità e delle azioni e degli interventi da effettuare. Senza questo sforzo continueremo ad ascoltare in tv <b>il rumore assordante dei caschetti degli operai in cassintegrazione</b> e rimarremo in attesa di un qualche intervento tampone capace di sperperare ulteriori risorse e di <b>bruciare ancora un pò del futuro dei nostri figli</b>.</span></div>
<span style="font-family: inherit;">Frantziscu Sanna</span><br />
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6ccFwSLQp8TD1giqcmxJQMipXxvMYDgVvfRubT7-m4a0jiYlF5Mmp5cxcqdM2WEqrDLIgYiEhreGEe96QVYgTwDf9YTSGtZcoTNZlmd3kmXNqmtJwqxerPdlYxUUTTvNzpvhiiF1xnfHW/s1600/cipro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6ccFwSLQp8TD1giqcmxJQMipXxvMYDgVvfRubT7-m4a0jiYlF5Mmp5cxcqdM2WEqrDLIgYiEhreGEe96QVYgTwDf9YTSGtZcoTNZlmd3kmXNqmtJwqxerPdlYxUUTTvNzpvhiiF1xnfHW/s320/cipro.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dal 1 luglio fino al 31 dicembre del 2012 una piccola isola del Mediterraneo avrà il compito di guidare l'Unione Europea.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cipro, 800 mila abitanti e appena 9000 km2, dal 1 maggio del 2004 è divenuto uno stato membro dell'Unione Europea ed a pieno titolo coopera e partecipa nella definizione delle strategie di governo dell'Europa.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Nel semestre in corso il governo della piccola Repubblica cipriota ed il suo presidente coordineranno tutte le attività politiche e istituzionali del Consiglio dell'Unione Europea. Individueranno le priorità di azione e definiranno gli ordini del giorno, coordineranno i negoziati tra gli stati membri e avranno<span style="background-color: white;"> un importantissimo ruolo nei processi di codecisione con commisione e parlamento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">Insomma non solo un ruolo di prestigio e di grande visibilità ma anche un ruolo strategicamente centrale nella definizione dell'agenda politica europea e negli equilibri politici delle decisioni da prendere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo verrà fatto da una piccola isola del Mediterraneo che, noi Sardi, non possiamo non sentire vicina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci auguriamo che l'esempio cipriota possa servirci per prendere un po' di coraggio, per farci capire che il ruolo nelle istituzioni europee dobbiamo ancora conquistarcelo. La strada è tortuosa, considerato che attualmente il nostro peso in Europa è pari a zero. Abbiamo bisogno di costruire coscienza nazionale e soprattutto di classe dirigente in grado di difendere i nostri interessi nazionali in tutte le sedi istituzionali possibili. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">Ora, non ci resta che fare gli auguri di buon lavoro ai fratelli ciprioti per questo impegnativo semestre, auspicando ben presto di trovarci al loro posto, alla guida dell'Europa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Frantziscu Sanna<br />
<br />
p.s. Un link su cui approfondire l'argomento: <a href="http://ec.europa.eu/news/eu_explained/120629_it.htm" style="background-color: white;">http://ec.europa.eu/news/eu_explained/120629_it.htm</a></div><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<!-- AddThis Button END --></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1754341763699622052.post-33507547904394873532012-07-04T20:57:00.000+02:002012-07-04T22:17:17.965+02:00Infrastrutture strategiche: ecco gli interventi del ministro Passera che cambieranno il volto della Sardegna<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzGXyQKM-dROieAzB3L3IEO1HUcOGSDBzQY5qFTfD2DldDpOteDjSSaId4i97YVoYVqlw6fksT6eUdUUARZ-DLg0Xx4cX9XpSb2RRa-c8Llwm9G8ovC1Bl60X_DzkLVuoQ8Hrqr9E6Zsnr/s1600/opere.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzGXyQKM-dROieAzB3L3IEO1HUcOGSDBzQY5qFTfD2DldDpOteDjSSaId4i97YVoYVqlw6fksT6eUdUUARZ-DLg0Xx4cX9XpSb2RRa-c8Llwm9G8ovC1Bl60X_DzkLVuoQ8Hrqr9E6Zsnr/s200/opere.jpg" width="195" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">Il ministro Corrado Passera fa sul serio e di recente ha inaugurato </span><a href="http://cantieri.mit.gov.it/" style="background-color: white;" target="_blank">un portale web</a>, cantieri Italia,<span style="background-color: white;"> dove è possibile prendere visione delle infrastrutture strategiche che lo stato italiano sta realizzando nel proprio territorio.</span></div>
<span style="background-color: white; text-align: justify;">Un momento di trasparenza e di comunicazione istituzionale che merita attenzione.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Il banner che introduce il sito parla chiaro: "sarà possibile capire, anche da parte dei cittadini, come vengono usate le risorse pubbliche". Finalmente nessuno avrà più scuse per chiudere gli occhi di fronte alla trasparenza.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">Se nella home page del sito si clikka di lato a sinistra su </span><a href="http://cantieri.mit.gov.it/index.php/tutte-le-opere" style="background-color: white;" target="_blank">"tutte le opere" </a><span style="background-color: white;">e poi su </span><a href="http://cantieri.mit.gov.it/index.php/tutte-le-opere/37-geolocalizzazione/40-tutte-le-opere" style="background-color: white;" target="_blank">"visualizza mappa delle opere"</a><span style="background-color: white;"> è possibile prendere visione di tutti gli interventi strategici finanziati dal CIPE e in corso di realizzazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
Bene, ora non vi resta che leggere quali sono gli interventi infrastrutturali che dovrebbero servire a rilanciare l'economia della Sardegna secondo il governo italiano.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOsuytKDDKcq_eoD5c9om0AN_LNFjx8ePi5vQovv1VJIjReNmR5wFJIp1P_SuYjdwrI8gWQhMWiP_AlHE7zMU48rKFhUSNfpsdQPTsU0Nj-MeGkAigSaU4nnk60P5VZqCY6_iZj1chA0uQ/s1600/ultima+versione+banner+ministro.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: justify;"><img border="0" height="70" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOsuytKDDKcq_eoD5c9om0AN_LNFjx8ePi5vQovv1VJIjReNmR5wFJIp1P_SuYjdwrI8gWQhMWiP_AlHE7zMU48rKFhUSNfpsdQPTsU0Nj-MeGkAigSaU4nnk60P5VZqCY6_iZj1chA0uQ/s320/ultima+versione+banner+ministro.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'obiettivo del ministro Passera</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">E'sufficiente puntare il mouse sulle due immagini che compaiono nel nostro territorio per scoprire che l'ambizioso obiettivo del ministro Passera (riportato nel banner che introduce il sito) in Sardegna è raggiungibile attraverso due interventi sui sistemi idrici. </span><br />
<span style="background-color: white;">Così, se qualcuno ha ancora voglia di venirci a dire che l'interesse nazionale del nostro popolo è coincidente con quello nazionale italiano potrà continuare a farlo. Sappia che la trasparenza amministrativa giocherà nettamente a suo sfavore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
I dati e i numeri non sono scherzi e i documenti pianificatori parlano chiaro: la Sardegna deve prendere in mano il proprio destino altrimenti il declino del nostro territorio, delle nostre infrastrutture, della qualità della nostra vita diventerà ogni giorno che passa più drammatica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le promesse da campagna elettorale, i finti investimenti senza copertura finanziaria, le conferenze stampa ricche di parole e povere di numeri non possono bastare per coprire le incapacità di una classe dirigente dedita a curare piccoli interessi di parte. Ad una classe dirigente indipendentista e repubblicana, seria e preparata, spetta definire le alternative possibili, le strade da percorrere, il futuro da scegliere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8MQy1Fn-je5CqzJroWSPNAv2m9iSVWlsxlYKxMW4PMyH9CtrLSFTnpYxX-UyFtkwnATuyzF6tBIK5gqV9f85dl4Ijeqr-_yenL9MqUYEWjWQjTA_Wa0fQcCDWaasKTPJTMAmdmR3idDND/s1600/Immagine1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8MQy1Fn-je5CqzJroWSPNAv2m9iSVWlsxlYKxMW4PMyH9CtrLSFTnpYxX-UyFtkwnATuyzF6tBIK5gqV9f85dl4Ijeqr-_yenL9MqUYEWjWQjTA_Wa0fQcCDWaasKTPJTMAmdmR3idDND/s400/Immagine1.jpg" width="400" /></a></div>
Arriverà in questi giorni <a href="http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/273610" target="_blank">il ministro Severino</a> per controllare le ragioni della non ultimazione di due strutture carcerarie di Cagliari e Sassari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Divertente questa cosa, veramente divertente. Il piano carceri varato dallo stato italiano nel 2009 prevedeva la costruzione di 8 istituti carcerari di cui ben 4 nel nostro territorio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Investimenti seri, circa 200 milioni di euro pronti e deliberati rapidamente dal CIPE. Mai vista tanta celerità.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Poi l'ipotesi Asinara e tante altre boutade sulla risoluzione dell'annoso problema dell'affollamento carcerario attraverso l'utilizzo della Sardegna come "piattaforma reclusiva". Un vero e proprio piano: chiaro e alla luce del sole.</div>
<div style="text-align: justify;">
Già, veramente divertente. Non fosse altro per il fatto che tutta questa vicenda si sta consumando nel disinteresse della classe politica autonomista. Giusto qualche commento da parte dei movimenti indipendentisti e nulla più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il ministro Severino arriverà in Sardegna e verrà accompagnato nel suo giretto isolano dai rappresentanti della RAS. Chissà se a qualcuno verrà in mente di dirgli che i sardi non hanno bisogno di carceri ma della restituzione dei miliardi della vertenza entrate per poter decidere noi di quali infrastrutture hanno bisogno le nostre comunità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure non dovrebbe essere difficile valutare le nostre priorità, basterebbe guardare i dati pubblicati di anno in anno sugli indici di infrastrutturazione.<br />
In fondo la classe politica sarda ha ben altre cose a cui pensare. A noi <b>repubblicani </b>il compito di metter mano seriamente a questi problemi, sensibilizzare i cittadini e continuare a costruire coscienza nazionale, unico vero antidoto all'incapacità di guardarsi attorno e unica possibilità per riuscire a valutare cosa sta capitando alla nostra terra in questo scorcio di inizio millennio.<br />
Frantziscu Sanna</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
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<div style="text-align: justify;">
La campagna elettorale è cominciata. Oggi è arrivato Maurizio Gasparri, nei prossimi giorni arriveranno Bersani, la Rosy Bindi, Dario Franceschini e tanti altri esponenti dei partiti italiani.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tutti verranno a promettere attenzioni nuove per la Sardegna e per le nostre 60 comunità che si apprestano ad eleggere le proprie amministrazioni comunali. Possibile che ancora una volta ci si presti a questi giochini? Possibile che il popolo sardo e le nostre comunità continuino a farsi prendere in giro?<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Le promesse rinnovate di attenzione si scontreranno ben presto con la dura realtà: l'interesse nazionale della nostra terra non coincide con l'interesse nazionale italiano. I viaggi della speranza dei politici italiani in Sardegna alla ricerca di consenso ben presto finiranno: a noi il compito di lavorare sulla coscienza nazionale della nostra gente affinchè ciò possa accadere il più presto possibile. E' il nostro tempo.<br />
<br />
Frantziscu Sanna<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAbBzpX0h99-ynkNagkjGWSq-PzxalfkdpJ2I4Xp7JoY0_mosRjB8PEnqCdH98sMbMhYDmB62GpPJAHQxQ4lmST8k6QTg2Lv1sDXBaA-Cgqhk7YRomPeejHWF74dRTn94MSq2ACFvwDmYQ/s1600/Immagine134.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAbBzpX0h99-ynkNagkjGWSq-PzxalfkdpJ2I4Xp7JoY0_mosRjB8PEnqCdH98sMbMhYDmB62GpPJAHQxQ4lmST8k6QTg2Lv1sDXBaA-Cgqhk7YRomPeejHWF74dRTn94MSq2ACFvwDmYQ/s320/Immagine134.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Il Comune di Oristano organizza una rassegna sui prodotti tipici del territorio nella borgata marina di Torre Grande. La rassegna, denominata "il maggio della torre", vedrà la presenza di numerosi espositori e di differenti esperienze produttive. </div>
<span style="text-align: justify;">Spiegateci che senso ha riempire la borgata di tricolori italiani?</span><br />
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Che c'entrano con la valorizzazione delle produzioni nazionali sarde? Forse a qualcuno sfugge che la nostra agricoltura e il nostro artigianato hanno una sola possibilità di sopravvivere alla concorrenza e diventare competitivi e apprezzati in giro per l'europa e per il mondo: quella di slegarsi dal made in italy! </div>
<span style="text-align: justify;">Oggi più che mai è necessario rilanciare un'immagine differente del nostro tessuto produttivo delle sue specificità e delle sue qualità. </span><br />
<div style="text-align: justify;">
Ma forse le bandierine tricolori uno scopo lo hanno, che nulla ha a che fare con le nostre produzioni e con le politiche di marketing territoriale. Servono semplicemente a mascherare ancora una volta il fallimento delle politiche attuate a Torre Grande negli ultimi anni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una realtà ricca di possibilità ma soprattutto uno spazio che dovrebbe servire per territorializzare in maniera concreta la filiera turistica. Su di essa non solo non si investono risorse ma non si hanno nemmeno idee.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oristano purtroppo è anche questo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non ci vogliono bandierine italiane nè per Torre Grande nè per i nostri prodotti. Ci vuole programmazione, politica seria e scelte strategiche e magari anche i soldi che lo stato italiano ci deve per la vertenza entrate, altro che far sventolare le bandierine. E' tempo di difendere i nostri interessi e i nostri diritti nazionali. Voltiamo pagina il prima possibile. Io, nel frattempo, cambio città.</div><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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</div>
<div style="margin-bottom: 16px; margin-top: 2px; padding-bottom: 0px; padding-top: 0px;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidq65s6cRK7pO8hSaOpR3VKh65UFc9I-tYneri0ZygPU3Mwr9fwluljtD4KbPx5n5EOttFFUMcaFrVLT3Xfg6T3UIa772ssn0gzok3BE_rAaU9R7is-NM9FD3umRW7BdFBehsfcrNFk-6C/s1600/diritto+di+fare.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidq65s6cRK7pO8hSaOpR3VKh65UFc9I-tYneri0ZygPU3Mwr9fwluljtD4KbPx5n5EOttFFUMcaFrVLT3Xfg6T3UIa772ssn0gzok3BE_rAaU9R7is-NM9FD3umRW7BdFBehsfcrNFk-6C/s320/diritto+di+fare.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
In una recente relazione, la commissione europea ha analizzato il ruolo dell'educazione all'imprenditorialità in 31 stati europei e in 5 nazioni senza stato. </div>
<div style="text-align: justify;">
"Entrepreneurship Education at School in Europe" ("Educazione all'imprenditorialità nelle scuole in Europa"), questo è il nome della ricerca che ci fornisce alcuni elementi di riflessione <b>sul sistema educativo</b> che siamo costretti, in qualche modo, a subire. La promozione dell'educazione all'imprenditorialità risulta essere in aumento nella maggior parte dei paesi europei.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre di più viene considerata strategica la creatività, il saper fare e il mettere al servizio della collettività queste capacità trasformando le idee in servizi, prodotti e in scambio sociale. Soprattutto i piccoli paesi, le piccole repubbliche dinamiche, si muovono in questa direzione ben consapevoli come sono che le idee dei propri cittadini sono il patrimonio principale su cui investire risorse e su cui sviluppare la formazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Otto paesi (tra le quali figurano l'Estonia, il Galles e la parte fiamminga del Belgio) hanno messo in atto strategie specifiche per promuovere l'<b>educazione all'imprenditorialità</b>, mentre altri tredici l'hanno inserita nelle loro strategie nazionali per la formazione continua, la gioventù o la crescita. L'Italia ovviamente non è tra questi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E in Sardegna?</div>
<div style="text-align: justify;">
Da decenni ci siamo abituati a considerarci un popolo di consumatori, incapaci di produrre ma pronti sempre e comunque a consumare. A ciò ha fatto sicuramente da sponda un sistema educativo che non ha sviluppato alcuno strumento di supporto all'imprenditorialità ed a favorire le capacità creative di un popolo intero.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'Unione Europea fornisce una serie di strumenti, integrati nella strategia EUROPA2020, per sviluppare strategie anche territorializzate di supporto allo sviluppo dell'imprenditorialità ("L'Unione dell'innovazione", "Youth on the move" e "Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione"). </div>
<div style="text-align: justify;">
Dalle nostre parti pare non interessino a nessuno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci lamentiamo giustamente del sistema fiscale italiano che impedisce l'avvio di attività serie e produttive, dei costi dell'energia, dell'assenza delle infrastrutture ma ci si dimentica troppo spesso che sono necessari la formazione e le competenze per trasformare le idee in realtà produttive.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un popolo che non produce alcunché da scambiare con il mondo non può esistere. Le capacità di fare filiera, commercializzare, brevettare, produrre innovazione non sono capacità innate. Sono il frutto di strategie oculate e lungimiranti di investimento sulle persone e sulle loro competenze.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da questo si deve partire: da <b>una riforma seria del sistema formativo</b> che integri strumenti per lo sviluppo dello spirito imprenditoriale e per il rafforzamento delle competenze. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'era del terziario avanzato, chi non presta attenzione a questi elementi è destinato a fallire e ad attendere nel proprio territorio <b>qualche fabbrica inquinante</b> o <b>qualche forma di assistenzialismo</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il "diritto di fare" va coltivato con intelligenza, chi progetta una Repubblica non può in alcun modo sottovalutarne l'importanza. Che fare? Investire nel nostro spirito creativo o aspettare un nuovo piano di rinascita?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Buona lettura:<br />
<a href="http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/135EN.pdf">http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/135EN.pdf</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Frantziscu Sanna</div>
</div><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfdUzRC21DwAr7u_qw1SSOM3p17RzIZwuAl4Q4wcGKkX_LQo31BSc4c3qFlUiizVyTT7fVAiSlHHQvk_aEF2vW261JuyPnBUCb2KIxSSCZPiXo1kryIxm6BJqpc0n5tTottGU1apeoW8tP/s1600/Immagine1rrr.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfdUzRC21DwAr7u_qw1SSOM3p17RzIZwuAl4Q4wcGKkX_LQo31BSc4c3qFlUiizVyTT7fVAiSlHHQvk_aEF2vW261JuyPnBUCb2KIxSSCZPiXo1kryIxm6BJqpc0n5tTottGU1apeoW8tP/s320/Immagine1rrr.jpg" width="274" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">ripreso da un amico su facebook</td></tr>
</tbody></table>
Sono d'accordo con chi dice che si tratta di un'operazione demagogica.<br />
Anzi, ne ho la piena consapevolezza.<br />
Sono d'accordo con chi dice che non è pensabile che i partiti di governo, assieme al presidente della regione, propongano determinati quesiti ai cittadini senza seguire l'unica strada possibile per realizzare effettivamente quanto chiedono (commissioni più voto in consiglio).<br />
Accreditarsi come movimento anticasta è cosa gradita a tutti in questa particolare fase storica soprattutto se si è, come sono attualmente i riformatori sardi, un pezzo importante della stessa. <br />
<a name='more'></a>Con poltrone e poltroncine occupate in tutti i luoghi chiave del potere (enti, società partecipate, sanità e quant'altro vi possa venire in mente) verrebbe veramente difficile pensare realmente che si tratti un movimento anticasta. Bene avrebbero fatto, ad esempio, ad abbandonare per primi questi enti inutili per dimostrare coerenza e serietà.<br />
Tuttavia, un merito bisogna riconoscerlo ai proponenti di questi referendum: aver posto all'attenzione dei cittadini alcuni temi di forte attualità e addirittura strategici per il futuro della nostra terra. Il tema degli enti territoriali, il tema del presidenzialismo e delle elezioni primarie per la scelta dei candidati, il tema degli enti pubblici e dei tanti consigli di amministrazione di nomina politica, il tema dell'assemblea costituente, il tema della rappresentanza e dei costi della politica. Ovviamente condivido ben poco con loro su questi argomenti.<br />
Su ognuno di questi temi, tuttavia, è necessario che l'indipendentismo e i repubblicani tutti abbiano un'idea ben chiara perchè sono alcuni temi che caratterizzano la nostra idea di futuro e la nostra idea di indipendenza.<br />
<br />
Sulla base di questo approccio ho deciso di andare a votare ritirando solo le schede su cui sento il bisogno di esprimere un parere. Ad esempio ritengo che<span style="background-color: white; line-height: 18px; text-align: left;"><span style="font-family: inherit;"> il quesito numero 6, relativo all'istituzione di un'assemblea costituente eletta a suffragio universale, meriti di essere votata. Si tratta di un quesito, che al contrario di altri demagogici e populisti, può essere definito "referendario" nel senso buono del termine. Peccato che sia finito in un operazione che ha chiaramente finalità differenti da quelle dichiarate.<span style="color: #333333;"> </span></span></span><br />
<br />
Il mio sarà il parere di un repubblicano sardo che quotidianamente lavora per la costruzione di una Repubblica di Sardegna. Un approccio pragmatico e consapevole rispettoso delle posizioni altrui. Mi limiterò ad effettuare scelte coerenti e in linea con le posizioni espresse negli ultimi 15 anni di attivismo politico.<br />
<br />
Frantziscu Sanna<br />
<br />
p.s. Concordo in generale con la posizione espressa dal movimento politico di cui sono attivista. Ritengo tuttavia che andasse problematizzata meglio la posizione sui dei temi oggetto dei quesiti referendari.<br />
Abbiamo l'obbligo, a mio avviso, di rispondere a chi ci chiede di essere classe di governo con posizioni sempre e comunque argomentate, puntuali e che abbiano una visione e una prospettiva da condividere e diffondere, sempre. Noi dobbiamo essere ogni giorno il futuro della nostra terra, l'anima della repubblica che stiamo costruendo. <a href="http://progeturepublica.net/comunicati/posizione-sui-referendum/#.T6ZVkevE_mM">http://progeturepublica.net/comunicati/posizione-sui-referendum/#.T6ZVkevE_mM</a><br />
<br />
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<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">Oe ammentaus Robert Gerard Sands mortu a Long Kesh su 5 de maju de su 1981. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">«Non c'è nulla nell'intero arsenale militare inglese che riesca ad annientare la resistenza di un prigioniero politico repubblicano che non vuole cedere; non possono e non potranno mai uccidere il nostro spirito» R.G.S. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">Bobby Sands si lascio morire dopo 66 giorni di sciopero della fame. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">Lo fece perchè voleva vedere riconosciuti i diritti dei prigionieri politici all'interno delle carceri britanniche. </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">Lo fece perchè, a modo suo, combatteva per l'indipendenza dell'Irlanda. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">Ricordarlo a 32 anni dalla morte non significa rivalutare il ruolo della violenza politica nella lotta di liberazione nazionale. S</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">ignifica l'esatto opposto: dire </span><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">no alla violenza</b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;"> </span><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">in t</b><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;">utte le sue forme</b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4; text-align: justify;"> e in tutte le sue manifestazioni. </span><br />
<b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">Riaffermare il valore della vita umana</b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"> </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">che mai dev'essere messa in discussione, in nessuna circostanza. </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">Un giovane di 27 anni che si lascia morire può essere criticabile quanto si vuole ma rappresenta</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"> </span><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">un esempio estremo</b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"> </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">di</span><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"> passione civica</b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">, di</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"> </span><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">senso di giustizia</b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">, di</span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"> </span><b style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">incoscienza ideale </b><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">che non può non colpire nel profondo il nostro animo e la nostra sensibilità. </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">A Bobby il nostro ricordo e il nostro saluto repubblicano. </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">La sua vicenda umana e politica ci racconta un po' di storia dell'indipendentismo del secolo scorso e ci spinge a ribadire con forza il principio della non-violenza nella azione politica; ci spinge a costruire un mondo migliore; ci spinge a continuare nel nostro quotidiano lavoro di costruzione della Repubblica di Sardegna.</span><br />
<div class="post-body entry-content" id="post-body-4022371543712537839" style="background-color: white; position: relative; width: 478px;">
<span style="color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">
</span><span style="color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;"><span style="font-family: inherit; line-height: 1.4;">Adiosu Bobby!</span><span style="font-family: inherit; line-height: 1.4;"> </span></span></div>
<span style="color: #333333; font-family: inherit; line-height: 1.4;">
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Non si scherza con l'attitudine, la propensione e la voglia che un popolo intero o una singola comunità devono avere nell'interessarsi al proprio destino.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per questo, noi di Aristanis Noa, riteniamo che ogni strumento, mezzo o prassi che incentivi le persone ad esprimere il proprio parere vada sempre e comunque rispettato.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Noi alla partecipazione, alla democrazia, all'assunzione di responsabilità di crediamo davvero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Noi riteniamo che, giorno per giorno, la prassi della partecipazione democratica vada rafforzata attraverso strumenti nuovi che consentano ai cittadini di intervenire sulle questioni che li riguardano più da vicino, a partire dal quartiere per proseguire sulle scelte municipali e, perché no, sulle scelte di politica estera, economica, sociale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Insomma a noi piacciono i cittadini pensanti, quelli che non delegano in bianco al faccendiere di turno, quelli che non aspettano che qualcuno gli conceda qualcosa ma che sono pronti a conquistarselo con l'impegno e la passione politica.</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><br />
<div style="background-color: white; line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Noi siamo per la partecipazione, sempre e comunque, perché chi crede che si debba lavorare per una repubblica indipendente non può non ragionare sul futuro della propria terra, delle sue istituzioni, delle modalità di amministrare, insomma del bene più grande che un popolo possa avere: la propria libertà di espressione.</span></div>
<div style="background-color: white; line-height: 20px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per questa ragione, noi che ci accingiamo a costruire una città nuova stiamo da mesi discutendo dei diritti di cittadinanza che serviranno a dare forza ad un nuovo patto fondativo per Aristanis: tra questi vi è senza dubbio <b>il diritto/dovere alla partecipazione</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Nel nostro programma proponiamo la <b>sperimentazione di forme nuove di consultazione popolare</b> che, ad esempio, con l'utilizzo degli strumenti forniti dalle nuove tecnologie, permettano un ampliamento del controllo democratico sul <b>bilancio municipale</b> e soprattutto un rafforzamento della coscienza democratica del nostro popolo. Proponiamo che si sperimenti quotidianamente <b>la democrazia della trasparenza </b>e che si proceda alla definizione di parti di bilancio destinate integralmente alla consultazione popolare (ad esempio con i fondi che di anno in anno vengono assegnate agli assessorati per la cura delle loro clientele).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Tutto ciò perché siamo convinti che solo l'educazione e la cultura possano essere gli strumenti utili per un buon governo dei beni collettivi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per questo, in questi giorni, la nostra sede in piazza Eleonora, rimarrà aperta per parlare dei quesiti proposti in questa consultazione referendaria. Ragionare e discutere, per scegliere con convinzione e determinazione per il bene della nostra comunità e della nostra nazione. Questa è la sola filosofia che ci anima.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ragionare sulle <b>proposte demagogiche</b>, discutere del <b>ruolo delle istituzioni locali</b>, degli enti intermedi. Esprimersi e condividere la possibilità di non ritirare le schede nel momento in cui ci si presenta al seggio. Discutere la possibilità del voto contrario o del voto favorevole ad alcuni quesiti. Tutto insomma va discusso e ogni occasione è la benvenuta per farlo.</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><b></b></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: inherit;"><b>A noi non spaventa il voto</b>, mai e in nessun caso, e non ci spaventano nemmeno pezzi di casta politica che fingono di autoriformarsi abusando dello strumento referendario. A noi spaventa il disinteresse, il fatalismo, l'immobilismo.</span></b></div>
<b><span style="font-family: inherit;">
</span></b><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Per questo scegliamo la consapevolezza. Per questo vi invitiamo nella nostra sede per discutere con Noi. Per costruire percorsi condivisi di autodeterminazione che usino anche questi referendum per far crescere la nostra voglia di di governare la comunità a cui apparteniamo assieme alla nostra voglia di autodeterminazione.</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><br />
<div style="background-color: white; line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Non abbiamo promesse da fare, abbiamo da proporre semplicemente un percorso di responsabilità, di consapevolezza, di acquisizione di coscienza nazionale, un percorso di una comunità che non ha paura di scegliere quotidianamente quale dovrà essere la strada per fare la repubblica.</span></div>
<div style="background-color: white; line-height: 20px;">
<span style="font-family: inherit;">Pierluigi Annis</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Frantziscu Sanna</span></div><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: inherit;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvO3L_CRBaL00SLx31sYDIAqDhtiTrF3SwibFPs04tqQQwICEBauXTUYT2yGXifGNq9O0swRYsm7P-wXV1_TV1lh3fJvDfQKRwVpqlqdOjNrQTeUgI6IoOtAmuc_VTgEa2_36VQKjOgN1y/s1600/377+comunit%C3%A0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvO3L_CRBaL00SLx31sYDIAqDhtiTrF3SwibFPs04tqQQwICEBauXTUYT2yGXifGNq9O0swRYsm7P-wXV1_TV1lh3fJvDfQKRwVpqlqdOjNrQTeUgI6IoOtAmuc_VTgEa2_36VQKjOgN1y/s200/377+comunit%C3%A0.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333; font-family: inherit;">A giugno si voterà per le elezioni amministrative
in Sardegna. Un quinto delle comunità si apprestano a scegliere
chi li governerà per i prossimi 5 anni. Si tratta di un test di grande
importanza non tanto in termini tradizionali, quanto</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"><b> </b></span><b style="font-family: inherit;">in termini Nazionali Sardi</b><span style="font-family: inherit;">. Ebbene si, è
tempo di inaugurare una nuova stagione. Una stagione che veda</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"> </span><b style="font-family: inherit;">gli indipendentisti protagonisti nel governo delle
comunità</b><span style="font-family: inherit;">, piccole o grandi che siano. Questa è l'unica via possibile
per trasformare l'indipendentismo da fenomeno sociale marginale in</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"> </span><b style="font-family: inherit;">un fenomeno strutturale di trasformazione.<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1754341763699622052" name="more"></a> </b></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">A dimostrazione di ciò, si possono guardare le
positive esperienze di questi ultimi anni che hanno messo in evidenza quanto importante sia la presenza del pensiero e dell'azione repubblicana tra la gente e con la gente.</span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;"></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">L'indipendentismo ha spesso trascurato le elezioni
amministrative, o comunitarie, per santificare i test elettorali di maggiore
rilevanza mediatica: delle elezioni regionali, a quelle nazionali fino ad
arrivare, in alcuni casi, persino a quelle del parlamento italiano. Oggi,
finalmente, qualcosa ci sta facendo percepire una inversione di rotta che
potrebbe trasformarsi, se fosse incentivata a dovere, nel reale fattore in
grado di cambiare l'intero scenario politico sardo. Le elezioni municipali
rappresentano infatti il vero banco di prova per misurare la forza
dell'indipendentismo, la sua presenza concreta nelle realtà locali e la sua
capacità di stare tra la gente e incidere sul governo delle comunità.</span></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;">
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;"></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;"><span style="background-color: white; font-family: inherit;">Per questo va accolta positivamente la presenza di
tanti attivisti indipendentisti nelle liste civiche, la presenza di numerose
liste indipendentiste nei piccoli centri e le diverse opzioni indipendentiste
presenti nelle città dell'isola.</span></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;">
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #333333;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Reputo un buon segno, in un cammino ancora
tortuoso, la presenza indipendentista distribuita in tutte le parti dell'isola
con esperimenti importanti che potrebbero rivelarsi delle vere e proprie</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"> </span><i style="font-family: inherit;">best practices</i><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"> </span><span style="background-color: white; font-family: inherit;">da
replicare anche in altri contesti.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Certo, in rari casi si tratta di opzioni in grado
di vincere le sfide elettorali ma, sicuramente, si tratta di un primo passo
importante nel</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"> </span><b style="font-family: inherit;">rivalutare l'amministrazione
locale come base per la costruzione della coscienza nazionale.</b></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Per questo, prima delle mie personali scelte, ci
tengo a sottolineare l'importanza della strada che a fatica si sta cominciando
a percorrere. Tutte le organizzazione indipendentiste sono chiamate a
proseguire su questa strada per il bene della nostra Nazione, per il futuro
della nostra Repubblica. Finchè gli indipendentisti non saranno presenti in
tutti i consigli comunali della Nazione sarda, al governo o all'opposizione,
avremo voglia di chiacchierare di massimi sistemi e di principi filosofici:</span><b style="font-family: inherit;">l'unionismo governerà e noi
staremo a guardare</b><span style="background-color: white; font-family: inherit;">.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Per questo dobbiamo etichettare le "tornate
elettorali comunitarie" come strategiche per tutti noi e per l'interesse
nazionale del nostro popolo.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Prima, per importanza, dovranno arrivare risultati
evidenti in questa specifica tipologia di elezioni e solo successivamente si
potrà ambire a governare le 8 regioni aministrative, il nostro parlamento
nazionale e, perchè no, inviare i nostri europarlamentari a Bruxelles.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Un</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"> </span><b style="font-family: inherit;">in bocca al lupo</b><span style="background-color: white; font-family: inherit;">, quindi, a</span><span class="apple-converted-space" style="font-family: inherit;"><b> </b></span><b style="font-family: inherit;">tutti i candidati indipendentisti</b><span style="background-color: white; font-family: inherit;">, a prescindere da
quale sarà il risultato e da quala sia la loro appartenenza partitica o civica:
da qua ripartiremo per tracciare il sentiero verso la nostra Repubblica.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">A tutti loro, per il lavoro che faranno nelle
intense settimane di campagna elettorale, va il mio grazie perché a partire dal
contribuito dei singoli sarà possibile eleaborare poposte, opzioni e futuro per
le nostre comunità e per la nostra nazione.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Tutto questo lavoro contribuisce in maniera
determinante nel far crescere la coscienza nazionale.</span></div>
</span>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Tutto questo lavoro ha bisogno di tutti i sardi,
del loro voto e delle loro scelte, ma soprattutto necessita di strategie
coerenti e di classe dirigente politicamente preparata in grado di trasformarsi
presto in alternativa di governo reale e concreta.</span></div>
</span>
</span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial;"><div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Questa è la strada da seguire:</span><span class="apple-converted-space" style="background-color: white; font-family: inherit;"><b> </b></span><b style="background-color: white; font-family: inherit;">strategie locali di trasformazione
sociale, economica, culturale e amministrativa</b><span style="background-color: white; font-family: inherit;">. La Repubblica si farà.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">Frantziscu Sanna</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;"><span style="font-size: xx-small;">p.s. Questo testo l'ho scritto tempo fa, in occasione delle precedenti elezioni amministrative. Ritenendolo ancora attuale l'ho riadattato e pubblicato.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;"><br /></span></div>
<o:p></o:p></span><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJu2Ui4NIw3e0HMKi_g41POAEnmuedMCCvYWvIgVYXAExGX7zCvIOwZgstSd54awrJSNxn-eaZ1RHyj7gsjcE0t5b_hHXVu2Odceek6-dLbhQjEEwpgnGPV81t3hgfGAMNAN8cqrKuDVxz/s1600/voto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJu2Ui4NIw3e0HMKi_g41POAEnmuedMCCvYWvIgVYXAExGX7zCvIOwZgstSd54awrJSNxn-eaZ1RHyj7gsjcE0t5b_hHXVu2Odceek6-dLbhQjEEwpgnGPV81t3hgfGAMNAN8cqrKuDVxz/s200/voto.jpg" width="200" /></a></div>
E' <a href="http://212.210.110.133/web/urp/bozze_allegati.php?op=4&id=286564&idRec=4220&" target="_blank">una nota breve e sintetica</a> quella inviata dall'assessorato agli enti locali a tutti i comuni in cui si annuncia che quest'anno non sarà possibile garantire il diritto di voto ai sardi residenti all'estero.<br />
Poche righe che richiamano il bilancio di previsione per il 2012 e il bilancio pluriennale per il 2012-2014 bastano per cancellare un diritto di tanti cittadini sardi che per ragioni lavorative hanno dovuto abbandonare la loro terra.<br />
Assurdo pensare che nel 2012 non sia possibile definire modalità e procedure che garantiscano l'esercizio democratico del voto per tutti i nostri connazionali.<br />
<a name='more'></a><br />
Mentre si continuano a regalare soldi per festeggiare il 150esimo anniversario dell'unità d'italia e si sperperano risorse pubbliche nei modi più disparati, nessuno si prende la briga di rafforzare i più scontati diritti di cittadinanza, di renderli accessibili e slegati dai problemi di bilancio. E' un pò come se ci dicessero: "vabbè quest'anno abbiamo pochi soldi e non si possono tenere le elezioni, ne riparliamo l'anno prossimo".<br />
<b>Assurdo, iniquo e indegno</b>.<br />
In Estonia il 30% della popolazione vota ormai attraverso procedure informatizzate mentre in Sardegna figuriamoci se qualcuno ha voglia di sperimentare forme di democrazia innovative e più vicine alle esigenze dei cittadini.<br />
Che non ci raccontino poi la storia del risparmio necessario in un periodo di crisi, considerato che si voterà il 6 per i referendum ed il 20 per le amministrative risulterebbe quanto meno poco credibile.<br />
Questa che abbiamo di fronte è semplice incapacità di vedere il futuro e di tutelare i diritti dei propri cittadini.<br />
Anche per questo è tempo di un nuovo patto fondativo che sia in grado di riscrivere i diritti di cittadinanza del nostro popolo. L'autonomismo è morto: è tempo di disegnare la nostra Repubblica di Sardegna.<div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<div style="text-align: justify;">
Stanno per ultimare l'ingresso nord della città di Oristano.</div>
<span style="text-align: justify;">Gli oristanesi, e non solo, ne aspettavano il completamento da tanti anni, non ricordo più nemmeno quanti.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Accedere alla città, dopo aver superato il tirso, ha rappresentato bene lo stato della nostra città. Una città che non completa mai ciò che comincia, la città delle "rotonde incompiute". </div>
<div style="text-align: justify;">
E oggi che i lavori per il rifacimento del primo tratto della via Cagliari stanno per giungere a conclusione viene da dire: ma non si sono dimenticati qualcosa?<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ebbene si, si sono dimenticati di collegare la parte ciclabile del ponte sul tirso con l'accesso principale della città. Eppure esistono aldilà del fiume tre importanti frazioni (Donigala, Massama e Nuraxinieddu), spazi urbani dimenticati dalla politica ma pezzo importante del nostro territorio e dell'area vasta della nostra città.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mobilità sostenibile, in una città come Oristano, dovrebbe essere il fiore all'occhiello del nostro vivere associato. Dovremmo dare il buon esempio, sperimentare, innovare, costruire nuovo senso. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chiunque, nella nostra città, dovrebbe avere il diritto di prendere una bicicletta e percorrere in tutta sicurezza lo spazio urbano e perchè no, dovrebbe poter andare in giro per il territorio, fino a godere di tutta la meravigliosa costa, delle aree interne, delle risorse archeologiche e naturali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto ciò, è ovvio, non si fa in due giorni. Ci vogliono anni di politiche oculate che sappiano guardare al futuro ed ai diritti dei cittadini. Ci vogliono classi dirigenti capaci, che sappiano recuperare risorse, che sappiano spendere bene e che sappiano capire le esigenze reali dei cittadini.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per questo appare assurdo che dopo tanti anni di attesa non si sia pensato che fosse non solo necessario ma indispensabile ricomprendere, nei lavori di rifacimento della via cagliari, un percorso moderno destinato a pedoni e ciclisti. Negli anni a venire magari si sarebbe completato il lavoro garantendo una rete maggiormente estesa, garantendone la messa in sicurezza per tipologie di fruitori differenti: dai bambini agli anziani.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da queste piccole, piccolissime cose, si vede l'atteggiamento di una città verso i suoi cittadini. Da queste piccole cose si deduce che Oristano e la sua classe dirigente sono incapaci di pensare anche ai diritti più banali, come il diritto alla mobilità. Da queste piccolissime cose si vede che la città che chiamiamo Oristano è morta per incapacità di progettare il suo futuro, incapacità di rispondere alle domande sociali più banali, incapacità di garantire i diritti individuali e di tutelare l'interesse collettivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche per questo è tempo di cambiare città. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche per questo è tempo di scegliere di andare a vivere in una città nuova. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ce l'abbiamo a portata di mano, proprio dietro l'angolo, si chiama Aristanis. </div>
<br />
<br /><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b style="font-weight: bold;">9,2 milioni di euro</b><b>. </b>E' questa la cifra stanziata dalla giunta regionale per il <b style="font-weight: bold;">teatro lirico di Cagliari</b><b> per il 2012. </b></span><span style="font-family: inherit;">Impossibile non soffermarsi un attimo per un breve commento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Premettendo che, quasi sempre, un euro speso in cultura è un euro speso bene. Questo particolare stanziamento mi spinge a riflettere sull'opportunità che una cifra ingente come questa venga destinata non ad interventi in grado di favorire il mondo della produzione culturale nazionale sarda ma finisca per finanziare <b>istituzioni con costi eccessivi rispetto al ruolo sociale che rivestono</b>.</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Si legge in una nota pubblicata sul sito della Regione Sardegna che il teatro lirico di Cagliari riceverà tale "contributo" solo successivamente alla presentazione di un piano industriale che comprenda un piano <span style="background-color: white; line-height: 16px; text-align: left;">di attività culturali, liriche e sinfoniche per tutto il territorio sardo. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">Ora, non voglio mettere in dubbio la grande professionalità dei lavoratori della fondazione e non voglio discutere nel merito un intervento finanziario della regione a favore di un importante istituzione culturale prima di avere tutte le informazioni necessarie a riguardo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">Tuttavia, aspetterò di vedere come 9,2 milioni di euro, non pochi spiccioli, verranno spesi. Vorrò vedere che tipo di valutazione di impatto si farà, ossia che tipo di incidenza avranno simili risorse sul nostro territorio. Che capacità avranno di incidere sulla produzione di cultura in Sardegna, sui posti di lavoro creati e sulle capacità dei nostri giovani di vedere nella cultura un importante orizzonte anche economico e produttivo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; line-height: 16px; text-align: left;">Insomma, aspetterò di vedere questo piano industriale citato nel laconico <a href="http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=190341&v=2&c=155&t=1" target="_blank">comunicato stampa</a> pubblicato sul sito della Regione Sardegna. Aspetterò, inoltre, di capire da che voce del bilancio sono state tratte queste ingenti risorse e vorrò vedere quali sarebbero state le <b>possibili alternative</b> per un tale stanziamento. Soprattutto, però, vorrò vedere come si giustificherà </span><span style="background-color: white; line-height: 16px; text-align: left;">un simile investimento </span><span style="background-color: white; line-height: 16px; text-align: left;">agli occhi dei tanti operatori (<b>piccole imprese, cooperative e associazioni</b>) che operano nel mondo della produzione culturale in Sardegna. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">La qualità delle politiche culturali è un'ottima cartina tornasole per valutare la qualità di una classe dirigente. Per questo aspetterò di avere qualche elemento in più prima di esprimere una valutazione complessiva.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">Ad oggi nel sito del <a href="http://www.teatroliricodicagliari.it/" target="_blank">Teatro Lirico</a> non viene riportato alcun bilancio della fondazione che chiarisca in che modo vengono spesi i soldi di provenienza pubblica e che chiarisca le modalità attraverso cui si è giunti all'attuale situazione di profonda crisi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">Per questo ci vuole chiarezza e trasparenza, sempre e comunque.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">Con la cultura non si scherza e nemmeno con i soldi pubblici. Staremo a vedere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 16px; text-align: left;">Frantziscu Sanna</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="line-height: 16px;"><br /></span></div><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZqdPazjsNsOjujsAF1Yt3tgpwGgF2l8KIboLUo0TsdgQPICrZsBEoKch4pVCUnueEhz_0bR-kG-3vtLVwbNvwKfCalLS1mXORF3PeAITMUEDrNo_4qMlfkkNBcQ_etbd_e2JLDWDT7nZ2/s1600/fanghi+rossi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZqdPazjsNsOjujsAF1Yt3tgpwGgF2l8KIboLUo0TsdgQPICrZsBEoKch4pVCUnueEhz_0bR-kG-3vtLVwbNvwKfCalLS1mXORF3PeAITMUEDrNo_4qMlfkkNBcQ_etbd_e2JLDWDT7nZ2/s1600/fanghi+rossi.jpg" /></a></div>
<span style="text-align: justify;">In recenti dichiarazioni il ministro dell'ambiente del governo italiano è stato chiaro per quel che concerne le bonifiche ambientali dei siti industriali inquinati. Chiaro, talmente chiaro che non si sono sentite ancora reazioni. Eppure ciò che ha affermato il ministro è perlomeno grave considerato il fatto che si sta avviando quella fase che il governo italiano definisce di rilancio del tessuto produttivo.</span><br />
<span style="text-align: justify;">Clini, infatti, con tutta la disinvoltura di questo mondo ha affermato qualcosa che se avesse pronunciato il ministro Brambilla avrebbe fatto insorgere ambientalisti, sindacati e quant'altro. Ma si sa, il governo attualmente in carica pare possegga virtù salvifiche e quindi dobbiamo predisporci a sentire di tutto e in silenzio. L'importante è che abbia carta bianca su qualsiasi cosa, compresa la nostra salute e il nostro futuro.</span><br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Facciamola breve e vediamo quali sono state le affermazioni del ministro: Clini ha affermato che le <b>bonifiche sono troppo onerose</b> e quindi sarà sufficiente <b>una semplice messa in sicurezza dei siti</b> inquinati per risparmiare risorse e per consentire un rilancio produttivo dei territori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma guarda un po', stranamente la Sardegna è il territorio con più ettari, ben 445 mila, ricompresi tra le aree inserite tra i cosiddetti <a href="http://www.federambiente.it/sin/" target="_blank">SIN (Siti di interesse nazionale) </a>che necessitano di bonifica e la cui <a href="http://www.frantziscusanna.net/2012/01/noi-non-viviamo-in-un-paradiso.html" target="_blank">pericolosità per la salute umana</a> è stata più volte dimostrata da studi e progetti di ricerca portati avanti dallo stesso Ministero della Salute del governo italiano. Insomma, dopo anni di scempi perpetrati dalle industrie dello stato al nostro territorio, un governo tecnico intoccabile è pronto a lavarsi la coscienza di un disastro perpetrato in un'area enorme del nostro territorio nazionale con la promessa di un finto rilancio produttivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
In Sardegna si parla di cifre che superano abbondantemente il miliardo di euro per la bonifica dei siti compromessi. Ben altra dimensione economico-finanziaria avrebbe la "messa in sicurezza" mascherata da rilancio produttivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La nostra classe politica è più interessata ad andare a rendere omaggio al presidente della repubblica italiana piuttosto che definire strategie per contrastare simili scellerati piani. Ogni giorno, con l'incapacità, ammainiamo la bandiera sarda per sollevare quella degli interessi nazionali italiani.</div>
<div style="text-align: justify;">
La visita di Napolitano in questi giorni è stata semplice metafora di quanto succede ogni giorno su questa terra, sulla nostra pelle e su quella dei nostri figli.</div><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<a href="http://a1.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/426065_3154486310746_1522855313_32962481_354820940_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://a1.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/426065_3154486310746_1522855313_32962481_354820940_n.jpg" width="183" /></a><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white;">Oristano è una città sonnacchiosa che non conosce la sua <b>storia</b>, provate a chiedere in giro ai giovani oristanesi cosa sanno della <b>battaglia di Sanluri</b></span><span style="background-color: white;"> o qualcosa, ad esempio, sulla <b>battaglia di Sant'Anna</b>. Provate poi a verificare se ricordano qualcosa di <b>Ugone III</b> </span><span style="background-color: white;">dopo avergli magari mostrato la piccola viuzza dedicata a questo personaggio tra la via Aristana e Sant'efisio. Oppure provate a domandare qualche informazione su</span><span style="background-color: white;"> altri personaggi del periodo giudicale che non siano <b>Eleonora</b> e <b>Mariano IV d'Arborea</b>. Le risposte vi lasceranno addosso una strana sensazione di sconforto misto a rassegnazione.</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: inherit;">Non è colpa dei giovani oristanesi, intendiamoci. La colpa è di meccanismi che esulano dalle volontà delle giovani generazioni che solo, oggi, grazie ad internet stanno finalmente scoprendo il piacere di autoformarsi e di riscoprire la propria storia sganciandosi dai meccanismi del colonialismo culturale della <b>pubblica istruzione italiana</b>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://slor.altervista.org/wp-content/uploads/2010/12/auguri-stile1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://slor.altervista.org/wp-content/uploads/2010/12/auguri-stile1.jpg" width="141" /></a><span style="background-color: white;"><span style="font-family: inherit;">Provate poi a fare qualche domanda relativa alla storia recente, troverete ulteriore conferma: Oristano è una città senza memoria. Una città incapace di ricordare il proprio passato e destinata, pertanto, all'immobilità nel presente e nel futuro.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Eppure, in questo scenario, ci si trova a dover commentare iniziative che lasciano a dir poco senza parole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: inherit;">"La Consulta Giovani del Comune di Oristano e l'Associazione Stile Libero Oristano in collaborazione con la Consulta Provinciale degli Studenti hanno organizzato una serie di manifestazioni in memoria delle vittime degli eccidi delle foibe e dell'esodo istriano". (<a href="http://www.comune.oristano.it/oristano/export/sites/default/www/Destra/Comunicazioni/UfficioStampa/Destra/Argomenti/2012/Febbraio/Giorno-del-Ricordo-iniziative-della-Consulta-Giovani.html" target="_blank">qui</a>)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Alcuni tra i giovani oristanesi si dedicano alacremente a <b>ricordare la storia italiana</b>, ad inneggiare al tricolore e ad esibire il peggior <b>unionismo e nazionalismo italiano</b>.</span><br />
Ovvio che poi ci si trova di fronte ad un territorio con il tasso più basso di laureati d'Europa e con il tasso più alto di abbandono scolastico. Il processo di <b>snazionalizzazione</b> da i suoi frutti secondo i più tipici meccanismi di svalutazione della propria identità culturale in nome di quella del vincitore.<br />
<span style="font-family: inherit;">In questo scenario in cui, sempre più, ci sarebbe bisogno di costruire dal basso una nuova coscienza nazionale, ci si ritrova di fronte ad un periodo di frammentazione eccessiva e di inconcludenza del mondo indipendentista. Ovvero di coloro i quali dovrebbero quotidianamente proporre una lettura alternativa della realtà, dovrebbero fornire strumenti e coscienza critica, a giovani e meno giovani, per interpretare il mondo e definire strategie di cambiamento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Forse è tempo di rimettersi in cammino per costruire nuova coscienza, che serva a dare un futuro al nostro popolo ed alla nostra nazione. A questo ruolo sono chiamate associazioni, partiti, movimenti e tutti i cittadini che si riconoscono nella <b>nazione sarda</b> e che vogliono contribuire al processo di costruzione della futura Repubblica di Sardegna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Solo </span>dalle ceneri di Oristano<span style="font-family: inherit;"> potrà rinascere Aristanis.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Trebuchet, arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 15px;"><br /></span></span><div class="blogger-post-footer"><!-- AddThis Button BEGIN -->
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<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPeAcruOC_23t4tG6QgHPCi0rEEHNISMFwSxLiWoCt9Y-ATQNjJUjLwPjvwISEYlXUYK7mb1ct8O6Ki4qV7bNMRDwW-wmhDGbpB2gn2mkqPZKQRrBRkv9YkUv-ZL09ftorR_USb0B5eItU/s1600/amaca.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPeAcruOC_23t4tG6QgHPCi0rEEHNISMFwSxLiWoCt9Y-ATQNjJUjLwPjvwISEYlXUYK7mb1ct8O6Ki4qV7bNMRDwW-wmhDGbpB2gn2mkqPZKQRrBRkv9YkUv-ZL09ftorR_USb0B5eItU/s200/amaca.jpg" width="199" /></a></div>
Ancora una volta l'assegnazione dei fondi relativi ai grandi progetti infrastrutturali riguardanti i TEN-T (i dieci corridoi di comunicazione dell'Unione Europea) rischia di registrare una clamorosa assenza: quella della Sardegna. Ancora nessun progetto presentato dallo stato italiano riguardante l'infrastrutturazione delle autostrade del mare in generale e la Sardegna in particolare.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Ben 200 milioni di euro a disposizione nel 2012 per le infrastrutture.</div>
<div style="text-align: justify;">
La scadenza, ormai prossima, è fissata per il 13 aprile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da anni ormai ripetiamo che questo scandalo, ovvero l'assenza della Sardegna dal novero dei territori beneficiari di questo importantissimo programma europeo, deve finire. E invece continua tra il silenzio assordante di media e attori istituzionali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente risulta più importante la passerella del presidente della Repubblica italiana, atteso per una visita ufficiale, piuttosto che il destino delle nostre infrastrutture. Meglio apparire. Rende di più in termini di voti e consenso piuttosto che fare, progettare, realizzare cose che magari andrebbero a regime con governi differenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Diciamocelo chiaramente, la Sardegna in Europa non conta pressoché nulla e tutte le opportunità in cui è necessario il supporto dello stato la Sardegna è costretta a perderle puntualmente: sia perchè allo stato italiano poco interessa delle infrastrutture sarde sia perché la classe dirigente isolana è poco capace di far sentire la propria voce.</div>
<div style="text-align: justify;">
Così, a due mesi di distanza dalla chiusura del bando, nulla di positivo si intravvede all'orizzonte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Su questo ci si dovrebbe mobilitare, presidiare palazzi e sedi istituzionali, pretendere strategie e una voce univoca e forte. E invece le associazioni di categoria non fiatano, i sindacati non fiatano e la politica tace.</div>
<div style="text-align: justify;">
In Sardegna, nel frattempo, gli operai di Alcoa bloccano, al porto di Cagliari, il traghetto della tirrenia per alcune ore e qualcuno si affanna a fornire rassicurazioni e regalare speranze vane su qualcosa che dovrebbe essere considerato passato remoto per la nostra terra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, tutto procede nella solita e fallimentare normalità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il futuro, ancora una volta, può attendere.</div>
<br />
<br />
Link utili:<br />
<a href="http://tentea.ec.europa.eu/en/news__events/newsroom/commission_makes_%80200_million_available_for_key_ten-t_projects.htm" target="_blank">Comunicato della commissione relativo al bando aperto</a><br />
<a href="http://tentea.ec.europa.eu/en/apply_for_funding/follow_the_funding_process/annual_call_2011.htm" target="_blank">Documenti relativi alla call del 2012</a><br />
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Altri articoli pubblicati sullo stesso argomento in questo blog:<br />
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<h3 class="post-title entry-title" style="background-color: white; color: #333333; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; position: relative;">
<a href="http://www.frantziscusanna.net/2011/07/ormai-e-certoin-sardegna-non-ce-il-mare.html" target="_blank"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Ormai è certo: in Sardegna non c'è il mare e mai ci sarà.</span></a></h3>
<div>
<h3 class="post-title entry-title" style="background-color: white; color: #333333; font-weight: normal; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; position: relative;">
<a href="http://www.frantziscusanna.net/2011/09/ancora-sui-corridoi-europei-della.html" target="_blank"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">La mobilità ai tempi dell'Unione Europea (TEN-T). Where's Sardinia?</span></a></h3>
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