mercoledì 22 giugno 2011

La Slovenia festeggia vent'anni di indipendenza. E noi?

La Repubblica Slovena compie vent'anni. Non possiamo che fargli i nostri più sentiti e sinceri auguri.
E' un popolo che ci ha creduto fino in fondo ed ha ottenuto, a costo di non pochi sacrifici, la propria libertà e la propria indipendenza.
La Repubblica Slovena ha poco più di due milioni di abitanti per una superficie di 20 mila kmq, risulta essere molto simile per grandezza territoriale e per dimensioni demografiche alla Sardegna.
A leggere alcune dichiarazioni del Primo Ministro del governo Sloveno, riportate in maniera trionfale nel sito celebrativo del ventennale, viene da pensare subito ad un parallelo con la nostra terra.
Chi ricorda quando il ministro per gli affari regionali, tale Linda Lanzillotta, impugnò  la legge per l'istituzione di una Consulta per la scrittura di un nuovo Statuto di autonomia della Sardegna promossa dal governo Soru?
La Lanzillotta e l'intero governo Prodi, impugnarono la legge in quanto faceva esplicito riferimento ad una "presunta" sovranità del popolo sardo sul proprio territorio.
Il governatore della Sardegna incassò in silenzio la posizione del "governo amico". Quello stesso governo, di li a poco, avrebbe fatto finta di risolvere la vertenza entrate: tutt'oggi questione aperta e scottante.
Il primo ministro del governo Sloveno Borut Pahor può invece affermare in tutta serenità: "It has been twenty years since the Slovenes opted in a referendum to create an independent country. We finally became masters of our destiny...".
Finalmente gli sloveni sono diventati padroni del proprio destino collettivo, del proprio futuro. Il popolo sloveno ha avuto la capacità di decidere, di autodeterminare la propria esistenza, di non fermarsi di fronte alle avversità.
Il popolo sardo ogni giorno ha decine di occasioni per cominciare ad affrontare con lo stesso coraggio il proprio sentiero di libertà.
Renato Soru avrebbe potuto fare lo stesso a partire da quel provvedimento che cancellava la nostra esistenza in quanto popolo e in quanto collettività. Non lo fece, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno abbiamo tuttavia una nuova occasione per riappropriarci della nostra sovranità, sta a noi decidere in quale direzione andare, quale scelta effettuare.
Questa è in fondo la differenza tra una classe politica autonomista, succube di volontà esterne, ed una classe diregente indipendentista pronta a gettare le fondamenta per una nuova casa, più vivibile e più vicina alle esigenze del proprio popolo.
Gli Sloveni festeggiano i vent'anni della propria Repubblica senza rimorsi e ripensamenti. E noi? per quanto tempo ancora effettueremo scelte contrarie al nostro interese nazionale? La Repubblica di Sardegna è il nostro unico destino, sta a noi costruircelo e meritarcelo... die pro die.

Frantziscu Sanna



http://www.affariregionali.it/RassegnaStampa/SchedaRassegna.aspx?idRassegnaStampa=1406

14 commenti:

  1. "Gli Sloveni festeggiano i vent'anni della propria Repubblica senza rimorsi e ripensamenti."

    Se viene in Slovenia a fare un sondaggio, ne troverà dei rimorsi e dei ripensamenti. Essendo slovena e avendo vissuto in questa terra negli ultimi 25 anni, dunque prima ancora che la Slovenia diventasse indipendente, non posso essere d'accordo con quanto presentato. Molti sloveni non sono contenti, molti si ricordano con nostalgia "i tempi migliori", cioè quelli sotto il comunismo.

    L'indipendenza non dovrebbe essere una scelta basatasi prevalentemente sull'insoddisfazione. È semplice incolpare quelli "sopra di noi" per le proprie scelte sbagliate, per la propria incapacità di fare, di produrre, o di (non) volere. Ma una delle condizioni cruciali per poter affrontare con successo un cambiamento così drastico come l'indipendenza è proprio l'autoriflessione ovvero la capacità di riconoscere non solo i lati positivi del proprio popolo, ma soprattutto i nostri difetti, le nostre debolezze e mancanze.

    Diventare indipendenti vuol dire lavorare ancora di più, anzi molto di più, essere pronti per superare qualsiasi ostacolo, e a volte anche combattere.

    È troppo facile citare frase positive scritte in occasione di una festa, ma per essere veramente onesti occorre presentare sia i pro che i contro. Sarà che la maggior parte dei lettori di quest’articolo non ritiene necessario informarsi sulla vicenda da più fonti. Però sarà difficile convincere una che in Slovenia nell’ultimo periodo non vede solo l'entusiasmo ma principalmente il rammarico e le lamentele di coloro che per "repubblica" hanno inteso che il popolo potrebbe anche dormire e che sia lo stato a doversi preoccupare di tutto e di tutti. Invece la responsabilità per il benessere (oppure della miseria) spetta a ciascuno di noi.

    In bocca al lupo!

    Andreja Nastasja Terbos

    P.S. Mi piacciono le due bandiere che sventolano una a fianco all'altra. :)

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  2. "Diventare indipendenti vuol dire lavorare ancora di più, anzi molto di più, essere pronti per superare qualsiasi ostacolo, e a volte anche combattere."
    Intanto diamoci del tu, come non darti ragione su ciò che affermi.
    Essere indipendenti significa volersi assumere le proprie responsabilità.
    Non era mia intenzione dire che in Slovenia oggi siano tutti contenti e soddisfatti: il paradiso in terra non è ancora stato inventato.
    Intendevo ribadire il fatto che quando si è indipendenti è più difficile fare del vittimismo e accusare gli altri per i nostri insuccessi. Ho usato una frase celebrativa proposta dall'attuale governo che ricorda che alla base dei festeggiamenti c'è comunque una volontà maggioritaria del popolo sloveno.
    Rimpiangere il passato è fin troppo semplice, credo che la maggioranza degli sloveni voglia continuare a lavorare per migliorare la propria condizione senza il bisogno di ricostituire la Jugoslavia.
    Cmq, grazie ancora per il commento e per la precisazione. Ma sei in Sardegna?

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  3. No, attualmente sono a Ljubljana. In Sardegna ci sono passata più volte nell'ultimo anno, però. :)

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  4. Te lo chiedevo perchè magari si sarebbe potuto organizzare un incontro per raccontare un pò di storia della Slovenia.
    Esiste qualche film, testo tradotto in italiano (o in inglese) che parla del tuo popolo e delle sue vicende da un punto di vista politico?

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  5. Fùlviu Michèli Seòne24 giugno 2011 alle ore 17:17

    Avere capacità e possibilità decisionale nel bene e nel male è la prima grande conquista.

    Per noi Sardi scelgono altri, e non mi dilungo sulla natura castrante delle scelte che condizionano il nostro esistere...

    Abbiamo anche noi il dovere di percorrere un giusto camino democratico e partecipato verso la sovranità nazionale,possibilmente scelto coscientemente e gradualmente consolidato dentro e fuori la Sardegna...
    Non vorrei che i Sardi si ritrovino ad essere indipendenti per cause di forza maggiore magari esterne...ed in questo la ex jugoslavia e l'ex urss hanno tanto da insegnarci...a presto e un saluto a tutti

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  6. Frantziscu, sinceramente non conosco nessun film politico sulla Slovenia. Potrei informarmi. Posso dirti che non ricordo nessun forte movimento politico prima dell'indipendenza che incoraggiasse gli sloveni a fare questo passo. Era un obiettivo comune e onnipresente.

    Condivido volentieri le mie esperienze, i miei punti di vista sulla Slovenia, potrei, per esempio, presentarvela geograficamente. Non posso, però, parlare della sua storia, uno perché ne so poco, due perché è passato troppo poco tempo per poterla interpretare in modo lecito. In più non si può essere oggettivi parlando della propria terra. E siccome non mi interessa assolutamente la politica, preferisco evitare tali discorsi.

    Intanto ho trovato qui alcuni informazioni che credo ti interessino: http://www.slovenija2001.gov.si/10years/.

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  7. Potresti scrivere su questo indirizzo per maggiori informazioni su film, libri ecc. dal punto di vista politico: dvajset@gov.si.

    Ti consiglio calorosamente anche la visione della replica della celebrazione di stasera, domenica alle 17,30 su questo sito: http://tvslo.si/#tv.slo2;;. Con sottotitoli inglesi. Lo spettacolo era bellissimo.

    AN

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  8. @an, ti ringrazio per i link e per i consigli.
    Vediamo cosa mi rispondono. Posso scrivere in inglese tranquillamente?

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  9. Frantziscu, è un sito governativo - sarebbe una vergogna se non sapessero parlare l'inglese! Vai tranquillo. Potresti provare pure con l'italiano e vedere come se la caverebbero visto che è la seconda lingua ufficiale sul litorale sloveno. :P

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  10. Se scrivi ad un ufficio pubblico italiano in inglese, scambiano la tua mail per spam e la cestinano. :)

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  11. Mah, chi lo sa. L'hai mai provato? A volte gli stereotipi o le generalizzazioni ci fregano. Sei pronto per una sfida? Tu prova a scrivere una email italiana a quel indirizzo sloveno, e io provo a scriverne una in inglese a un simile indirizzo italiano. Puoi sceglierlo tu per me se vuoi.

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  12. Non avevo visto questo messaggio.
    Proviamo a fare il test? :)

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  13. Io l'ho fatto. Il 6 luglio ho mandato una email in inglese su questo indirizzo: urp@regione.piemonte.it. Non ho ancora ricevuto la risposta. :P

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