venerdì 18 maggio 2012

Stato italiano, carceri e futuro della sardegna

Arriverà in questi giorni il ministro Severino per controllare le ragioni della non ultimazione di due strutture carcerarie di Cagliari e Sassari.
Divertente questa cosa, veramente divertente. Il piano carceri varato dallo stato italiano nel 2009 prevedeva la costruzione di 8 istituti carcerari di cui ben 4 nel nostro territorio.
Investimenti seri, circa 200 milioni di euro pronti e deliberati rapidamente dal CIPE. Mai vista tanta celerità.
Poi l'ipotesi Asinara e tante altre boutade sulla risoluzione dell'annoso problema dell'affollamento carcerario attraverso l'utilizzo della Sardegna come "piattaforma reclusiva". Un vero e proprio piano: chiaro e alla luce del sole.
Già, veramente divertente. Non fosse altro per il fatto che tutta questa vicenda si sta consumando nel disinteresse della classe politica autonomista. Giusto qualche commento da parte dei movimenti indipendentisti e nulla più.
Il ministro Severino arriverà in Sardegna e verrà accompagnato nel suo giretto isolano dai rappresentanti della RAS. Chissà se a qualcuno verrà in mente di dirgli che i sardi non hanno bisogno di carceri ma della restituzione dei miliardi della vertenza entrate per poter decidere noi di quali infrastrutture hanno bisogno le nostre comunità.
Eppure non dovrebbe essere difficile valutare le nostre priorità, basterebbe guardare i dati pubblicati di anno in anno sugli indici di infrastrutturazione.
In fondo la classe politica sarda ha ben altre cose a cui pensare. A noi repubblicani il compito di metter mano seriamente a questi problemi, sensibilizzare i cittadini e continuare a costruire coscienza nazionale, unico vero antidoto all'incapacità di guardarsi attorno e unica possibilità per riuscire a valutare cosa sta capitando alla nostra terra in questo scorcio di inizio millennio.
Frantziscu Sanna





1 commento:

  1. Le carceri in Sardegna non sono solamente troppe ma anche inutili e inadeguate.
    In primis si pensi all'ingiustizia con la quale lo stato italiano usa la Sardegna come "Australia" del colonialismo inglese del 1786, portando qui da noi tutte le persone incarcerate nel loro Paese, forse per non turbare menti ben pensanti, nascondere scomodi oppositori politici o zittire qualche scomoda verità che sarebbe troppo visibile lì da loro e cioè che il sistema carcerario italiano non è altro che un crimine verso la dignità umana e l'aspirazione dell'uomo al proprio miglioramento, impedendo così l'opportunità alla persona in carcere di poter avere il proprio diritto al reintegro nella società che dev'essere pronta ad accoglierlo con rispetto e parità di diritti.
    Come diceva Voltaire "Il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri", e proprio guardando le condizioni delle carceri in Sardegna si può dimostrare il grado di civiltà dello Stato italiano, pieno di ingiustizie, diritti negati e poveri etichettati come criminali. La Sardegna deve avere le strutture necessarie unicamente per i propri detenuti è cioè di coloro che hanno commesso un reato in Sardegna o dove necessario di cittadini sardi arrestati al di fuori della Sardegna, in nessun modo i sardi devono piegarsi nel diventare "L' Alcatraz" dell'Italia.
    Tali strutture non devono essere delle carceri ma delle strutture di detenzione e riacquisizione dei propri diritti da parte della persona detenuta, perché tali individui sono persone e non oggetti e non bisogna dimenticarlo. Tali strutture devon sempre avere lo spazio necessario per concedere ad ogni persona detenuta di possedere il proprio diritto ad uno spazio vitale che consenta loro il proprio diritto inalienabile a preservare la dignità. Devono sempre avere spazi ricreativi quali biblioteche, ludoteche, corsi di studi, laboratori e altro che consenta loro di poter tenere la mente aperta, stimolata e lucida per il loro reintegro nella società. Devono sempre essere vietate le punizioni corporali e mentali (che purtroppo ancora capitano nelle carceri e nelle caserme), e l'abolizione dell'ergastolo, in quanto tale sentenza consisterebbe nel decretare una persona "sbagliata" e impossibile da poter aiutare, perdonare e reintegrare nella società e ciò è totalmente sbagliato.

    Per il caso dell'isola dell'Asinara penso si tratti di più di una motivazione la scelta da parte dello Stato italiano di pensare di riaprire il carcere dell'Asinara.
    1- I lavori e i rilevamenti che si dovrebbero mettere in atto per riaprire la struttura porterebbe a far sgombrare l'isola dai manifestanti dell'"Isola dei cassintegrati" per poi declinare l'idea di riaprire la struttura.
    2- Assegnazione di nuove poltrone e la possibilità di sbarazzarsi di altri carcerati.
    3- Un'umiliazione al popolo Sardo.
    Oltre a essere sbagliati tutti e tre i punti si pensi anche alla distruzione di un'isola di importanza storico-ambientale enorme.

    Per concludere questo mio breve pensiero, per non dilungarmi troppo e per non staccarmi troppo dalla tematica di questo post aggiungo che tale grafico dimostra ancora una volta come la Sardegna per lo stato italiano non sia altro che una discarica, una caserma, una base militare, un villaggio turistico e un carcere, sulla quale guadagnare alle spalle del popolo Sardo oppresso.

    Per la libertà del popolo Sardo.

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