martedì 9 marzo 2010

iRS aderisce convintamente al comitato NoTAX.CBO.



Gli enti pubblici dovrebbero contribuire a migliorare la nostra vita associata, dovrebbero dedicarsi alla produzione di beni collettivi in grado di rendere maggiormente vivibili le nostre comunità e il nostro territorio. L'esempio del Consorzio di Bonifica di Oristano è a dir poco significativo per dimostrare che troppi enti in Italia sono dei semplici carrozzoni vessatori e iniqui, simbolo di un modello di stato fallimentare e meritorio di essere trasformato. Altro che beni collettivi, questi pretendono di imporre tasse senza nemmeno premurarsi di indicare i servizi resi. Basandosi sul meandrico mondo dei codici, incomprensibili ai più, e sulla giungla delle leggi piuttosto che sull'affermazione della propria utilità sociale, pretendono dazi senza alcun pudore. È una malattia tutta italiana quella dell’ente inutile, incontrollato e incontrollabile, che agisce esclusivamente secondo logiche autoreferenziali di pura sopravivenza.
La lettera inviata dal CBO a circa 30 mila tra famiglie e imprese prova ad argomentare l’assurdo, tra cavilli e arrampicamenti sugli specchi l’unica cosa chiara è che i cittadini dei 25 comuni rientranti nel comprensorio dovranno pagare 2,6 milioni di euro per il 2004 e per il 2005, poi si vedrà. Come tanti altri enti pubblici, o para pubblici, anche il CBO presenta conti in rosso ma talmente in rosso da aver dovuto raschiare il fondo del barile dell’immaginazione. Un regio decreto del 1933, già un pezzo di storia italiana che ritorna, come per miracolo, utile per il presente, eppure in quegli anni, ottant’anni fa, il mondo era diverso, la società era diversa, il territorio era diverso. Quel regio decreto diviene così per un ente in dissesto oro colato: la salvezza e il futuro. Poter imporre a tutti i proprietari di immobili un piccolo balzello rateizzabile di 20, 30 o 60 euro, talmente piccolo da sperare che nessuno mai si accorga della sua probabile illegittimità è l’unica via di scampo. La gente non ha tempo, la vita frenetica non lascia spazio alla riflessione e al dubbio. Quelle bollette marchiate equitalia in tanti le pagheranno per semplice abitudine alla legalità. Ma dove sta la legalità? Dove sta la moralità della politica nell’intervenire su queste questioni? Tutti i partiti politici italiani guadagnano qualcosa da questi enti parassitari: qualche poltrona, qualche assunzione, insomma il giusto per tirare a campare. Noi non ci stiamo e non vogliamo starci: abbiamo un’altra idea di Stato e un'altra idea di ciò che dovrebbero essere gli enti pubblici. Per questo chiediamo chiarezza in questa vicenda, semplice chiarezza. Ci piacerebbe poter insegnare ai nostri figli il senso di fiducia nelle istituzioni, la stima verso il potere pubblico, il rispetto verso la giustizia. Per far questo avremo bisogno di cambiarle queste istituzioni, di costruircene di nuove, magari in una Repubblica Sarda indipendente che faccia dell’etica e della moralità la sua bandiera contro lo spreco, l’abuso, la truffa e l’ingiustizia che dominano l’attuale sistema in cui siamo chiamati a vivere. Per queste ragioni iRS-indipendentzia Repùbrica de Sardigna appoggerà l’azione del “Comitato per il No alla Tassa del Consorzio di bonifica dell’oristanese” e tutti gli attivisti lavoreranno fattivamente per sensibilizzare i cittadini sull’iniquità di queste scelte. L’unico fine per noi sarà quello di restituire un po’ di fiducia nel cambiamento a chi da tempo l’ha smarrita in qualche meandrico e cavilloso codice legislativo.

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