La follia non arriverebbe a tanto ma, si sa, Oristano è una città priva di memoria, una città in agonia capace di tutto.
Così può capitare che dopo la scandalosa iniziativa che, a sfregio di ogni verità storica, affiancava Eleonora d'Arborea alle eroine del risorgimento italiano si proceda con un'ulteriore iniziativa offensiva per la memoria nazionale della nostra città e, soprattutto, per il suo futuro.
Il 31 Ottobre si svolgerà, infatti, per le vie della città l'iniziativa "Trekking tricolore. Le prime tracce del nostro passato italiano. Storie luoghi e monumenti successivi alla metà dell'ottocento".
Si tratta di un'iniziativa, di per se interessante, che punta a rivitalizzare le realtà urbane attraverso percorsi urbani di trekking. Che c'è di male? Il fatto che tale operazione si inquadra, ancora una volta in un filone molto caro ai politici oristanesi ed al loro viscerale unionismo: il revisionismo storico. Questa iniziativa intitolata nell'articolazione oristanese "Le strade del tricolore" mira ad inquadrare il passato medievale della città ed i suoi monumenti in una sorta di continuum con la storia del risorgimento italiano. Insomma, ancora una volta la Torre di Mariano II e Piazza Eleonora, con il loro valore storico, verranno sacrificate sull'altare del nazionalismo italiano.
Potrà sembrare un'iniziativa innocente ma non lo è. E' il segno evidente di un degrado culturale continuo che ha portato la nostra città sull'orlo di un baratro. Una classe politica incapace di governare, di chiudere un mandato, di fare qualcosa per migliorare le condizioni di vita delle famiglie, di permettere ai giovani di pianificare la propria esistenza (senza dover emigrare) si permette di organizzare una sfilata populista con canti sul Piave, inni dei bersaglieri, lettura di letterine firmate da Pisacane e Garibaldi.
Direi che si tratta dell'indegna conclusione di una fase storica in cui la nostra città con i suoi problemi ha toccato il fondo.
Per questo, oggi, possiamo dire che Oristano è definitivamente defunta e abbiamo l'obbligo, morale ed etico, di prenderne atto, tutti assieme.
Non c'è alcuna rassegnazione in queste parole, quanto una fiducia enorme nelle potenzialità della nostra città e e nelle sue capacità di reazione. Ora abbiamo l'obbligo di ripartire, per restituire dignità al nostro passato, respingere ogni forma di revisionismo storico e rilanciare un'idea di città possibile.
Per questo, d'ora in poi, lavoreremo per ricostruire "Aristanis", una città nuova che ricorda il suo passato, capace di progettare nuovi beni collettivi, nuovi diritti, nuove opportunità. Una città capace di costruire futuro e di agire, ancora una volta, "po su bene de sa Repùbrica de Sardigna".
Questa sarà la nostra Aristanis.
L'articolo uscito su La Nuova Sardegna:
http://www.frantziscusanna.net/2011/10/trekking-tricolore-rassegna-stampa.html
sabato 22 ottobre 2011
Oristano, trekking tricolore e revisionismo storico
Etichette:
Aristanis,
eleonora d'arborea,
mariano IV,
Oristano,
trekking urbano
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Post più popolari
-
Ho scritto questo breve testo tredici anni fa circa. Lo ripropongo perchè penso che sia attualissimo considerato come viene trattata la s...
-
Il nostro presente: tra contingenze politiche e opportunità storiche Ci sono particolari momenti storici in cui è necessario fermarsi un a...
-
Credo, e ne sono fermamente convinto, che i Pastori sardi debbano lottare e lavorare per una Sardegna libera e indipendente. Lo devono alla ...
-
Era il 5 di giugno del 1999 quando, in un assolato sabato pomeriggio romano, assieme ad alcuni amici fondammo " Su Cuncordu pro s'...
-
Arriverà in questi giorni il ministro Severino per controllare le ragioni della non ultimazione di due strutture carcerarie di Cagliari ...
Ahahahah sono alla frutta!
RispondiEliminaOristanesi non siate rincoglioniti; celebrare i monumenti dell'unità d'Italia a Oristano (Quali?) Il tricolore per festeggiare la demolizione della cinta muraria, delle torri e delle porte medioevali. Oristanesi reagite boicottate il nazionalismo italiota in salsa sardagnuola.
RispondiEliminaDavide Nurra
@fù, siamo alla frutta!
RispondiElimina@davide, hai perfettamente ragione Dà!
RispondiEliminaSe gli oristanesi, ma vale anche per i sardi, non difendono e difondono la loro storia saranno altri a riscrivegliene una ad ohc! così avviene dappertutto col placet di piccoli sindaci e piccole amministrazioni più motivati dalle manifestazioni che dal loro valore
RispondiEliminaNon c'è niente di politico, è una iniziativa di comuni cittadini insieme con la Pro Loco e Il Museo di Oristano, mi dispiace ma stavolta vi sbagliate in pieno.è giusto festeggiare l'Unità d'Italia, a meno chè non siate dei Bossiani convinti? ciao ciao
RispondiEliminaCaro Domenico, E' giusto festeggiare l'unità d'Italia in Sardegna più o meno quanto era giusto festeggiare la rivoluzione francese in algeria. Finchè ci saranno sardi che si sentiranno di nazionalità italiana per loro sarà giusto e opportuno festeggiare. Per noi che siamo indipendentisti e repubblicani di sardegna, non bossiani, la ricorrenza del 150esimo anniversario dell'unità d'italia non ha nulla per cui essere festeggiata. Ciò che non ci piace è il revisionismo storico. Che venga portato avanti dalla pubblica istruzione o da singoli cittadini non ha grande importanza: si tratta di una subdola forma di strumentalizzazione del passato. La storia medievale della nostra terra non ha nulla da spartire con il risorgimento italiano. Questo e quanto.
RispondiEliminaIl revisionismo non centra niente. I sardi sono un popolo sconfitto, ma fortunatamente hanno metabolizzato la sconfitta tanto che si sentono , ed è giusto, italiani a pieno titolo.
RispondiEliminaCerchiamo di vedere il lato positivo dei fatti. abbiamo esorcizzato il trauma della sconfitta, grazie all'appartenenza allo ststo italiano possiamo dirci integrati a pieno titolo nell'Europa e nell'occidente anziché nell'area Magreb dove sarebbe più naturale essere. Non lo trovo un delitto adattare la storia.
A. Pilia
Ci credo che in Sardegna ci son tutte queste difficoltà, con gente che trova addirittura positivo come il Sig. Pilia, il rinnegare il proprio passato per adattarlo a convenienza alla storia d'Italia (che nulla ha a che fare con quella sarda) cosa ci aspettiamo? Finchè ci sarà gente che pensa in modo così arretrato e sottomesso dove vogliamo andare??? Affermazioni del tipo: "integrati in Europa grazie all'Italia" mi fanno venire i brividi...ma dove??? SVEGLIA!!!! Semmai siamo emarginati dall'Europa grazie all'Italia, che succhia le nostre risorse, non investe un euro in Sardegna e siamo tagliati fuori da tutto! A questo punto meglio indipendenti in Magreb che schiavi sfruttati dall'Italia! O quell'altro che fa paralleli con Bossi! Ma un pò di storia ve la volete studiare mannaggia a voi? La padania non ha nulla e dico nulla che possa farla riconoscere come Nazione, mentre la Sardegna era una Nazione ed ancora oggi ha tutte le caratteristiche di una NAZIONE INDIPENDENTE!!! Solo che alcuni dovrebbero, prima di aprire bocca, togliere la famosa benda dagli occhi (quella dei 4 mori per intenderci!). Saluti e viva la Republica Sarda Indipendente!
RispondiElimina