Quando ci si trova a dover fare a meno per tanto, troppo tempo della libertà di scegliere, di esprimersi, di decidere, è allora che ci si rende conto di quanto sia importante la libertà.
Forse è ciò che hanno vissuto gli abitanti dell’Estonia quando ottenuta l’indipendenza, nel 1991 dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica, hanno proclamato la nascita di una nuova Repubblica.
Una piccola Repubblica, appena 1.300.000 abitanti distribuiti in un territorio vasto circa 46.000 km quadrati.
Una Repubblica giovane ma con una storia antica. Fin dal medioevo libera di decidere il proprio destino e poi, per tanti secoli, schiava di dominazioni differenti e succube delle volontà altrui.
Oggi l’Estonia può vantare un piccolo ma importante primato.
Certo, gestire bene l’economia, consentire una vita dignitosa ai cittadini, inventare politiche sociali, dell’istruzione, del lavoro (tutto ciò insomma che ogni repubblica, piccola o grande che sia, dovrebbe fare) è stato uno dei pensieri prioritari per la classe dirigente Estone.
Ma probabilmente questa stessa classe dirigente, assieme alle società estone, ha ben pensato che la costruzione di nuovi diritti di cittadinanza non fosse meno importante per un piccolo popolo che si apprestava finalmente a costruire relazioni con i paesi europei e con il mondo intero. È per questa ragione, se è vero che la democrazia non muore se la si pratica, hanno cominciato a costruire a partire dalla fine degli anni 90 un modello di stato che facesse propria la grande trasformazione tecnologica che si stava vivendo in tutto il globo e che consentiva l’ideazione di un differente modello di diffusione dell’informazione, di gestione dei servizi, del complessivo rapporto tra stato e cittadini.
Così l’e-stonia, come è stata da tanti ribattezzata, nell’arco di 10 anni è diventato, da piccola Repubblica indipendente, il più interessante laboratorio al mondo di E-democracy cioè di democrazia basata sulle nuove tecnologie, sul web e su tutto ciò che direttamente ne consegue.
A tutti i cittadini, per legge, è garantito l’accesso alla rete ad alta velocità. Nel paese sono presenti anche 1100 hot spot pari a uno ogni 1000 abitanti.
Ogni cittadino possiede una carta d’identità digitale che può utilizzare per accedere a tutti i servizi delle pubbliche amministrazioni; attraverso una casella di posta elettronica istituzionale riceve tutte le comunicazioni dalle amministrazioni dello stato, può pagare le tasse online senza dover ricorrere a complicate procedure e ricevere in tempo reale le indicazioni relative ad eventuali rimborsi spettanti.
Una quantità enorme di servizi è gestibile tramite procedure virtuali ed è assolutamente valida in tutti i contesti immaginabili: dalla scuola alla sanità, passando per le politiche sociali. Avete bisogno di aprire un’impresa? In due ore tramite procedure online il gioco è fatto. Liberare il cittadino da assurde procedure burocratiche significa restituirgli libertà e dignità, chi più del popolo estone poteva percepire questa elementare verità dopo cinquant’anni di sovietizzazione di tutte le relazioni umane?
Ogni cittadino può accedere in tempo reale ai lavori del consiglio dei ministri, alle decisioni prese e può esprimere il proprio voto in qualsiasi appuntamento elettorale direttamente dal proprio personal computer attraverso il voto online. A partire dal 2005, con la prima sperimentazione, il numero degli e-lettori è cresciuto esponenzialmente raggiungendo nel 2009 cifre a dir poco sorprendenti: più di 100 mila votanti per un totale del 10% della popolazione distribuito equamente tra tutte le fasce di popolazione.
Nuovi diritti e nuova democrazia insomma.
Attualmente l’Estonia ha avviato un innumerevole serie di processi di e-governance di diversi ambiti del vissuto. Il tutto grazie all’impegno delle amministrazioni pubbliche locali, dello stato e di una fondazione appositamente creata per fare ricerca, per studiare soluzioni che riguardino la qualità della vita dei cittadini.
Da vent’anni questa piccola repubblica è indipendente e oggi tra le voci dell’export figura una dicitura particolare, forse non troppo redditizia dal punto di vista economico ma sicuramente eccezionale dal punto di vista del contributo che questo piccolo popolo è capace di dare al mondo intero: si tratta per l’appunto dell’esportazione di un modello innovativo di democrazia.
Così numerosi sono attualmente i progetti di sperimentazione del modello estone in giro per il mondo e numerosi e confortanti i risultati di questa particolare sperimentazione.
L’esperienza dell’Estonia può forse restituire un minimo di fiducia a tutti quei sardi che credono di essere troppo pochi per poter dare il proprio contributo al mondo, per poter farcela da soli a costruire il proprio futuro.
E inoltre, può essere interessante guardare al nord Europa, perché sarebbe possibile prendere come modello alcune sperimentazioni applicate in Estonia per cominciare a liberarci di un modello burocratico, qual è oggi quello italiano, lontano anni luce dalle esigenze della gente.
Da tempo andiamo proponendo la sperimentazione di modelli innovativi di gestione dei bilanci pubblici, da tempo proponiamo una sburocratizzazione della nostra vita quotidiana, da tempo parliamo di nuovi diritti di cittadinanza.
È giunto il momento che anche i sardi riprendano un po’ di coraggio e un po’ di fiducia in se stessi e comincino a progettare dalle istituzioni territoriali nuove, un nuovo modello di democrazia che risponda non ad esigenze di conservazione ma ad esigenze finalmente progressive, volte alla trasformazione sociale.
Noi abbiamo le nostre idee a riguardo e presto le presenteremo nelle istituzioni locali e le condividerermo con tutti coloro che vorranno avventurarsi in questo meraviglioso progetto: costruire una Repubblica di Sardegna “politicamente libera, socialmente equa, economicamente prospera e moralmente degna”.
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