Lo Stato italiano si prepara a finanziare le 28 grandi opere che cambieranno il volto del paese. Nel Documento di Finanza Pubblica si apprende dello sblocco di 30 miliardi di euro per il ponte di Messina, per il MO.SE, per la metropolitana di Brescia, per la terza corsia del raccordo anulare di Roma e tante altre infrastrutture considerate di “serie A”.Inutile dire che la Sardegna non fa parte dell’elenco contenuto nel DFP.
Frantziscu Sanna, Responsabile iRS Economia e Società, esprime alcune considerazioni:
“Noi non vedremo un centesimo dei 30 miliardi di euro necessari a realizzare il grande piano di infrastrutturazione italiano. Eppure c’è ancora qualcuno che pensa che l'Italia mantenga la Sardegna. È tempo di sfatare simili castronerie e ribattere, dati alla mano, a chi sostiene che la Sardegna senza l’Italia non può stare”.
“Il DFP non fa altro che ricordarci qual’è da 60 anni la strategia dello stato Italiano in materia di infrastrutturazione. Gli unici a non essersene accorti sono i Sardi e la loro classe politica autonomista.”
“Negli anni passati denunciammo con forza questa assurda vicenda: dal Piano delle infrastrutture strategiche (PIS), varato qualche tempo fa, fino a giungere al Master plan per le Autostrade del mare. Tutto è rimasto invariato. In questi anni abbiamo visto il nostro sistema infrastrutturale perdere costantemente competitività.”
Alcuni dati sulla situazione infrastrutturale della Sardegna
“Fatta 100 la media Italiana sulle infrastrutture stradali, la Sardegna negli ultimi 8 anni ha visto passare il suo indicatore da 64 del 2001 a 43 del 2008, assolutamente uno dei livelli più bassi d’Europa. La vicenda della Olbia-Sassari è un esempio eclatante di ciò che con continuità succede in Sardegna. Le levate di scudi estemporanee lasciano spesso il tempo che trovano.”
“Ancora peggiore e disastroso il bilancio relativo alle nostre infrastrutture ferroviarie passato da un valore dell’indicatore pari a 23 ad un valore pari 13 nel giro di pochi anni (ben 87 punti al di sotto del livello italiano). In tutta Europa si investe e si modernizza, da noi si smantella.”
“Per non parlare poi del disastro semi occultato dei nostri porti e delle nostre strutture aeroportuali.”
“E le centrali nucleari? Di quelle stranamente non si parla, staremo a vedere.”
Gli strumenti da cui ripartire per aprire un dibattito serio e costruttivo: fiscalità e vertenza entrate
“Basterebbe poco per ribaltare la situazione, basterebbe la volontà politica di metter mano alla nostra fiscalità in maniera chiara e trasparente. Non abbiamo nulla da chiedere allo stato italiano se non che rispetti quanto scritto dallo statuto, perlomeno fino a quando non raggiungeremo la nostra indipendenza nazionale. Allora potremmo ragionare su cose ancora più interessanti.”
“Intendo dire che la “vertenza entrate” da sola garantirebbe risorse importanti per poter sviluppare un sistema di infrastrutturazione nazionale. Ma non basta. Fondamentale sarebbe aprire un secondo fronte di questa vertenza, ancor più interessante dal punto di vista della quantità di risorse. “
“Ogni anno la Sardegna ottiene dalle accise gravanti sulla fabbricazione dei prodotti petroliferi appena 600 milioni di euro, circa un ventesimo del complessivo bilancio della RAS. Eppure sappiamo che la SARAS raffina in Sardegna quasi il 20% di tutto il fabbisogno italiano e che lo stato raccoglie una quantità di accise esorbitante.”
“Per dei meccanismi legislativi a dir poco assurdi, ogni anno la Sardegna vede mancare dal proprio bilancio una quantità di risorse pari circa 3 mld di euro che dovrebbero derivare dalla nostra compartecipazione, stabilita nello statuto, ai 9/10 delle accise di fabbricazione sui prodotti petroliferi prodotti in Sardegna.”
“Stiamo parlando insomma di cifre che rappresenterebbero 1/3 del nostro bilancio.“
“Provate poi a fare un semplice esercizio: sommate 1,6 mld annuali della vertenza entrate storica (denunciata da iRS fin dal 2004) con questi 3 mld ulteriori della questione accise. Mi pare ovvio che si sta parlando del nostro futuro.”
I prossimi passi, l’attività, le prospettive.
“Da diversi mesi Il nostro Tzentru de Elaboratzione su “Fiscalità e Bilancio” sta lavorando a questa vicenda e presto verrà presentato un dossier a riguardo. Stiamo parlando di cifre che permetterebbero alla nostra nazione di avviare un Piano di Infrastrutturazione Strategica Nazionale realmente incentrato sui bisogni delle nostre comunità locali, delle nostre imprese e dei nostri comparti produttivi. Dalla Olbia-Sassari, alla Oristano-Arbatax, passando per l’infrastrutturazione del sistema portuale, fino a ridefinire interamente il trasporto su rotaia e quello urbano.“
“Stiamo girando tutti i paesi della Sardegna per socializzare e condividere queste problematiche e per dare una prospettiva differente di lettura sull’attuale situazione economica della Sardegna. Abbiamo in programma alcune iniziative di grande importanza e presto ne riparleremo.”
“Lo stato italiano continuerà a curare i suoi interessi, ai sardi il compito di dedicarsi al proprio interesse nazionale. Se così sarà, ne vedremo delle belle.”
Nessun commento:
Posta un commento