A giugno si voterà per le elezioni amministrative
in Sardegna. Un quinto delle comunità si apprestano a scegliere
chi li governerà per i prossimi 5 anni. Si tratta di un test di grande
importanza non tanto in termini tradizionali, quanto in termini Nazionali Sardi. Ebbene si, è
tempo di inaugurare una nuova stagione. Una stagione che veda gli indipendentisti protagonisti nel governo delle
comunità, piccole o grandi che siano. Questa è l'unica via possibile
per trasformare l'indipendentismo da fenomeno sociale marginale in un fenomeno strutturale di trasformazione.
A dimostrazione di ciò, si possono guardare le positive esperienze di questi ultimi anni che hanno messo in evidenza quanto importante sia la presenza del pensiero e dell'azione repubblicana tra la gente e con la gente.
A dimostrazione di ciò, si possono guardare le positive esperienze di questi ultimi anni che hanno messo in evidenza quanto importante sia la presenza del pensiero e dell'azione repubblicana tra la gente e con la gente.
L'indipendentismo ha spesso trascurato le elezioni
amministrative, o comunitarie, per santificare i test elettorali di maggiore
rilevanza mediatica: delle elezioni regionali, a quelle nazionali fino ad
arrivare, in alcuni casi, persino a quelle del parlamento italiano. Oggi,
finalmente, qualcosa ci sta facendo percepire una inversione di rotta che
potrebbe trasformarsi, se fosse incentivata a dovere, nel reale fattore in
grado di cambiare l'intero scenario politico sardo. Le elezioni municipali
rappresentano infatti il vero banco di prova per misurare la forza
dell'indipendentismo, la sua presenza concreta nelle realtà locali e la sua
capacità di stare tra la gente e incidere sul governo delle comunità.
Per questo va accolta positivamente la presenza di
tanti attivisti indipendentisti nelle liste civiche, la presenza di numerose
liste indipendentiste nei piccoli centri e le diverse opzioni indipendentiste
presenti nelle città dell'isola.
Reputo un buon segno, in un cammino ancora
tortuoso, la presenza indipendentista distribuita in tutte le parti dell'isola
con esperimenti importanti che potrebbero rivelarsi delle vere e proprie best practices da
replicare anche in altri contesti.
Certo, in rari casi si tratta di opzioni in grado
di vincere le sfide elettorali ma, sicuramente, si tratta di un primo passo
importante nel rivalutare l'amministrazione
locale come base per la costruzione della coscienza nazionale.
Per questo, prima delle mie personali scelte, ci
tengo a sottolineare l'importanza della strada che a fatica si sta cominciando
a percorrere. Tutte le organizzazione indipendentiste sono chiamate a
proseguire su questa strada per il bene della nostra Nazione, per il futuro
della nostra Repubblica. Finchè gli indipendentisti non saranno presenti in
tutti i consigli comunali della Nazione sarda, al governo o all'opposizione,
avremo voglia di chiacchierare di massimi sistemi e di principi filosofici:l'unionismo governerà e noi
staremo a guardare.
Per questo dobbiamo etichettare le "tornate
elettorali comunitarie" come strategiche per tutti noi e per l'interesse
nazionale del nostro popolo.
Prima, per importanza, dovranno arrivare risultati
evidenti in questa specifica tipologia di elezioni e solo successivamente si
potrà ambire a governare le 8 regioni aministrative, il nostro parlamento
nazionale e, perchè no, inviare i nostri europarlamentari a Bruxelles.
Un in bocca al lupo, quindi, a tutti i candidati indipendentisti, a prescindere da
quale sarà il risultato e da quala sia la loro appartenenza partitica o civica:
da qua ripartiremo per tracciare il sentiero verso la nostra Repubblica.
A tutti loro, per il lavoro che faranno nelle
intense settimane di campagna elettorale, va il mio grazie perché a partire dal
contribuito dei singoli sarà possibile eleaborare poposte, opzioni e futuro per
le nostre comunità e per la nostra nazione.
Tutto questo lavoro contribuisce in maniera
determinante nel far crescere la coscienza nazionale.
Tutto questo lavoro ha bisogno di tutti i sardi,
del loro voto e delle loro scelte, ma soprattutto necessita di strategie
coerenti e di classe dirigente politicamente preparata in grado di trasformarsi
presto in alternativa di governo reale e concreta.
Questa è la strada da seguire: strategie locali di trasformazione
sociale, economica, culturale e amministrativa. La Repubblica si farà.
Frantziscu Sanna
p.s. Questo testo l'ho scritto tempo fa, in occasione delle precedenti elezioni amministrative. Ritenendolo ancora attuale l'ho riadattato e pubblicato.
condivido. quale "indipendentismo" è credibile se non si dimostra di essere capaci di autogoverno? si incominci dal basso, dalle piccole e grandi comunità. comunità fatte da sardi non da marziani.
RispondiEliminasaluti p. mureddu
Hai perfettamente ragione Paolo. Il resto arriverà se dimostreremo di avere tante piccole idee per migliorare la qualità della vita delle nostre comunità. QUeste saranno in grado di dare sostanza a quelle più grandi di libertà e autodeterminazione nazionale.
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