ripreso da un amico su facebook |
Anzi, ne ho la piena consapevolezza.
Sono d'accordo con chi dice che non è pensabile che i partiti di governo, assieme al presidente della regione, propongano determinati quesiti ai cittadini senza seguire l'unica strada possibile per realizzare effettivamente quanto chiedono (commissioni più voto in consiglio).
Accreditarsi come movimento anticasta è cosa gradita a tutti in questa particolare fase storica soprattutto se si è, come sono attualmente i riformatori sardi, un pezzo importante della stessa.
Con poltrone e poltroncine occupate in tutti i luoghi chiave del potere (enti, società partecipate, sanità e quant'altro vi possa venire in mente) verrebbe veramente difficile pensare realmente che si tratti un movimento anticasta. Bene avrebbero fatto, ad esempio, ad abbandonare per primi questi enti inutili per dimostrare coerenza e serietà.
Tuttavia, un merito bisogna riconoscerlo ai proponenti di questi referendum: aver posto all'attenzione dei cittadini alcuni temi di forte attualità e addirittura strategici per il futuro della nostra terra. Il tema degli enti territoriali, il tema del presidenzialismo e delle elezioni primarie per la scelta dei candidati, il tema degli enti pubblici e dei tanti consigli di amministrazione di nomina politica, il tema dell'assemblea costituente, il tema della rappresentanza e dei costi della politica. Ovviamente condivido ben poco con loro su questi argomenti.
Su ognuno di questi temi, tuttavia, è necessario che l'indipendentismo e i repubblicani tutti abbiano un'idea ben chiara perchè sono alcuni temi che caratterizzano la nostra idea di futuro e la nostra idea di indipendenza.
Sulla base di questo approccio ho deciso di andare a votare ritirando solo le schede su cui sento il bisogno di esprimere un parere. Ad esempio ritengo che il quesito numero 6, relativo all'istituzione di un'assemblea costituente eletta a suffragio universale, meriti di essere votata. Si tratta di un quesito, che al contrario di altri demagogici e populisti, può essere definito "referendario" nel senso buono del termine. Peccato che sia finito in un operazione che ha chiaramente finalità differenti da quelle dichiarate.
Il mio sarà il parere di un repubblicano sardo che quotidianamente lavora per la costruzione di una Repubblica di Sardegna. Un approccio pragmatico e consapevole rispettoso delle posizioni altrui. Mi limiterò ad effettuare scelte coerenti e in linea con le posizioni espresse negli ultimi 15 anni di attivismo politico.
Frantziscu Sanna
p.s. Concordo in generale con la posizione espressa dal movimento politico di cui sono attivista. Ritengo tuttavia che andasse problematizzata meglio la posizione sui dei temi oggetto dei quesiti referendari.
Abbiamo l'obbligo, a mio avviso, di rispondere a chi ci chiede di essere classe di governo con posizioni sempre e comunque argomentate, puntuali e che abbiano una visione e una prospettiva da condividere e diffondere, sempre. Noi dobbiamo essere ogni giorno il futuro della nostra terra, l'anima della repubblica che stiamo costruendo. http://progeturepublica.net/comunicati/posizione-sui-referendum/#.T6ZVkevE_mM
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