giovedì 29 settembre 2011

Cancellare il centro Sardegna dalle politiche per la mobilità sostenibile: la giunta Cappellacci ci prova


Con una recente delibera (qui) la giunta Cappellacci ha deciso di dare attuazione ad un'importante linea di attività del POR FESR 2007-2013 riguardante la mobilità sostenibile.
Lo stanziamento di circa dieci milioni di euro messo in campo dalla giunta servirà a finanziare in ambito urbano "Servizi innovativi alla persona e adozione di modalità di trasporto alternative". Piste ciclabili, reti per il car sharing o il bike sharing e via discorrendo.
Fino a qua tutto va bene. Si da attuazione al POR (il cui procedere risulta essere quantomeno stentato con costanti rischi di disimpegno) e si investe nella sostenibilità.

Dove sta il problema? Sicuramente nella distribuzione territoriale di tali risorse. Si assegna il 60% dello stanziamento alla area urbana di Cagliari e il 40% all'area vasta di Sassari escludendo tutte le città medie della nostra nazione, del centro Sardegna in particolare.
Considerato che, per innumerevoli ragioni, i territori delle aree esterne ai maggiori poli urbani vengono sacrificate sia in termini di investimenti infrastrutturali che nello stanziamento di risorse per il miglioramento della qualità della vita urbana, si ritiene opportuno interessare gli attori territoriali  e le istituzioni affinchè si mobilitino per consentire una migliore ripartizione delle risorse stanziate. Da decenni si persegue una politica di cancellazione delle aree interne, questo non è che l'ennesimo piccolo segnale che va in questa direzione. Insomma, la giunta Cappellacci non fa eccezione.

Se è giusto investire nella mobilità sostenibile di Cagliari e Sassari, lo è ancor di più farlo in realtà urbane come Oristano e Nuoro che da anni vedono peggiorare le proprie condizioni demografiche e socio-economiche. Per questo, uno stanziamento del 20% da destinare ai centri urbani maggiori del centro Sardegna, per un importo pari a 2 milioni di euro, potrebbe consentire all'intervento di incidere positivamente su più realtà urbane e su una maggiore quantità di popolazione. Soprattutto potrebbe rappresentare un segno concreto di disponibilità ad invertire l'assurda tendenza che vede un costante impoverimento del centro della Sardegna.

Non solo, un tale mutamento di impostazione potrebbe servire da stimolo per le stesse amministrazioni provinciali e comunali al fine di definire un vero e proprio "piano territoriale per la mobilità sostenibile" che consenta di rilanciare il tema a livello nazionale.
Nella Provincia di Oristano andrebbe pianificata, ad esempio, una rete di piste ciclabili in grado di coprire, oltre all'area vasta di Oristano, l'intera penisola del Sinis garantendo così nuove opportunità per lo sviluppo turistico e territoriale. Integrare la mobilità delle comunità locali e quella di chi visita il territorio con finalità turistiche potrebbe rappresentare un importante intervento sostenibile come non se ne sono mai visti negli ultimi decenni.
La qualità della vita delle nostre comunità potrebbe risentirne positivamente e persino il nostro tessuto produttivo potrebbe trovare in queste scelte nuove occasioni di investimento.
Riusciremo a far modificare la delibera in questa direzione?


Immagine elaborata da Gigi Meli


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