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giovedì 8 settembre 2011

Dalla balcanizzazione alla ricomposizione: scenari possibili per l'indipendentismo in Sardegna

Il nostro presente: tra contingenze politiche e opportunità storiche
Ci sono particolari momenti storici in cui è necessario fermarsi un attimo per riflettere, per capire e scegliere.
Sono solitamente "fasi di passaggio", o di confine, che decretano la fine di cicli storici consolidati. Sono questi i periodi di cambiamento, di trasformazione sociale, dove le energie migliori di una società possono mettersi in moto o fermarsi a seconda delle volontà e delle strategie che un popolo è in grado di spendere. Quello che stiamo vivendo in Sardegna, in questo momento storico, è insomma ciò che si definisce come il "momento delle scelte".

mercoledì 12 gennaio 2011

L'appartenenza Repubblicana


Era il 5 di giugno del 1999 quando, in un assolato sabato pomeriggio romano, assieme ad alcuni amici fondammo "Su Cuncordu pro s'indipendentzia de sa Sardigna".
Luogo di riflessione ma anche spazio influente di proposta politica nello scenario di allora. Il primo sito web indipendentista, il primo luogo di aggregazione per la coscienza nazionale del nostro popolo e delle nuove generazioni. Una scommessa sul futuro, un progetto politico già chiaro: indipedentismo senza se e senza ma. Una Repubblica di Sardegna da costruire con coerenza e convinzione.

martedì 11 gennaio 2011

Riflessioni dopo l'assemblea generale di iRS Aristanis (dicembre 2010)

Ringrazio tutti quelli che lunedì hanno partecipato all'assemblea generale della regione di Aristanis.
Mi scuso se ho parlato troppo ma avevo bisogno di esporre il mio pensiero la mia lettura di questa assurda vicenda.
Come al solito la Regione di Aristanis dimostra quanta volontà ci sia di proseguire nella strada e nel lavoro portato avanti in questi anni.
Noi non crediamo che il movimento politico di cui facciamo parte sia di un capo o di un leader qualsiasi. Noi crediamo che l'indipendentismo prodotto in questi anni da iRS sia di tutte quelle persone che ci hanno creduto e hanno lavorato per dargli tanti visi e tanti volti differenti.
iRS è dei sardi, indipendentisti e repubblicani, non è né dei fondatori del movimento né tanto meno di un qualche tribunale italiano che deciderà l'eventuale proprietà del simbolo.

domenica 20 giugno 2010

Una nuova opposizione capace di creare futuro.

Finalmente in Sardegna è nata un’altra opposizione, o meglio, un'opposizione differente per metodi, strategie e obiettivi da quella che attualmente conosciamo e vediamo agire nelle istituzioni. Ancora una volta, non avremo nulla da spartire con i partiti italiani unionisti e/o autonomisti che continuano a tenere in piedi un teatrino imbarazzante che produce non senso e danni per le nostre comunità e per il nostro territorio.

iRS è pronto a dimostrare che il lavoro fatto in questi anni di formazione di nuova classe dirigente, di elaborazione teorica, di proposta e di trasformazione è giunto ad un livello di maturità tale da consentirci di affermare la nostra diversità anche in quelle istituzioni che vogliamo cambiare.

lunedì 7 giugno 2010

iRS nella regione di Aristanis dal 2004 al 2010

Un lavoro costante, serio ed eticamente inattaccabile. TzdA, TzdE ed attivisti: questi sono i pilastri del nostro risultato. Grazie a tutti quelli che ci hanno dato fiducia e auguri di buon lavoro a tutta la squadra di fantastici Repubblicani che stanno costruendo futuro giorno per giorno, che stanno trasformando il poprio Paese, che stanno restituendo una speranza alle nostre comunità. Finzas a sa Repùbrica de Sardigna!

giovedì 18 marzo 2010

La sovranità degli altri

Si è insediata, oggi 17 marzo, la Commissione parlamentare bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale. Avrà il compito di discutere il futuro assetto della fiscalità in Italia. In tanti, nei prossimi giorni, faranno notare l’assenza di rappresentanti Sardi e la presenza delle altre “regioni” a Statuto speciale su questo importantissimo tavolo. Ebbene si, per l’ennesima volta, la Nazione Sarda non avrà voce in capitolo. Non spetterà ai rappresentanti del nostro popolo fare proposte o cercare di far passare eventuali modifiche che tutelino il nostro interesse nazionale. Deciderà ancora una volta lo Stato Italiano, e la sua classe politica, del nostro destino e del destino dei nostri comparti produttivi.

martedì 9 marzo 2010

La Repubblica immorale...




A fine 2009 “Il sole 24 ore” pubblicava i dati relativi agli investimenti esteri in Italia. Inutile dire che i dati confermano quanto la Repubblica Italiana stia attraversando una profonda crisi di competitività con un dimezzamento degli investimenti rispetto all’anno precedente. Da 37 miliardi di dollari a 17.
Le ragioni, ben esplicitate da tanta letteratura economica, riguardano in primis questioni di tipo istituzionale ovvero la scarsa formazione degli addetti al terziario, la cavillosità delle procedure, la qualità della pubblica amministrazione. A leggere oggi il provvedimento preso dal governo italiano, denominato “salva liste”, si può tentare di interpretare meglio la situazione che vive dal punto di vista economico l’Italia a livello internazionale.

La strada percorsa dall'Islanda: la nostra strada.


Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha espresso parere favorevole alla domanda di adesione dell’Islanda all’interno dell’Unione Europea.Si da così il via alla fase di adesione e la parola passa al Consiglio d’Europa per l’avvio formale delle procedure negoziali.Una grande isola dell’Atlantico prenota quindi l’ingresso nella nuova Europa. Un piccolo popolo, appena 300 mila abitanti, e una giovane Repubblica nata non più di 60 anni fa dopo aver conquistato l’indipendenza dalla Danimarca.Tanti, inutile dirlo, gli elementi che segnano un interessante parallelo tra la Sardegna e l’Islanda, non solo riguardanti la condizione geografico-insulare quanto le nemerosissime affinità simboliche esistenti tra i due popoli.

iRS aderisce convintamente al comitato NoTAX.CBO.



Gli enti pubblici dovrebbero contribuire a migliorare la nostra vita associata, dovrebbero dedicarsi alla produzione di beni collettivi in grado di rendere maggiormente vivibili le nostre comunità e il nostro territorio. L'esempio del Consorzio di Bonifica di Oristano è a dir poco significativo per dimostrare che troppi enti in Italia sono dei semplici carrozzoni vessatori e iniqui, simbolo di un modello di stato fallimentare e meritorio di essere trasformato. Altro che beni collettivi, questi pretendono di imporre tasse senza nemmeno premurarsi di indicare i servizi resi. Basandosi sul meandrico mondo dei codici, incomprensibili ai più, e sulla giungla delle leggi piuttosto che sull'affermazione della propria utilità sociale, pretendono dazi senza alcun pudore. È una malattia tutta italiana quella dell’ente inutile, incontrollato e incontrollabile, che agisce esclusivamente secondo logiche autoreferenziali di pura sopravivenza.

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